Che la birra abbia tanti effetti benefici per l’organismo è ormai risaputo (ovviamente se assunta in quantità limitata e senza esagerare). Che però potesse essere un toccasana per la salute del nostro cervello e per prevenire malattie degenerative come l’Alzheimer, sembra essere una novità assoluta e dimostrata scientificamente.
A quanto pare, però, c’è davvero la possibilità che una buona birra possa far bene alla nostra salute. E, a dirla tutta, il responsabile principale di questi benefici è un elemento chiave della bevanda, ovvero quello che le fornisce il suo classico sapore amarognolo tanto amato dai buongustai: il luppolo!
Proprio così: all’interno delle preziose infiorescenze utilizzate per dar sapore alla birra si nasconderebbero delle sostanze chimiche in grado di inibire l’aggregazione delle proteine beta amiloidi, associate dalla scienza all’insorgenza del morbo di Alzheimer.
La ricerca che dimostra queste affermazioni è stata resa pubblica da un articolo scientifico recentemente inserito su ACS Chemical Neuroscience ed è stata condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università Milano-Bicocca e dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS. Un lavoro tutto italiano, dunque, che dimostra appunto che le birre particolarmente luppolate possono aiutare a prevenire l’Alzheimer.
Ma appurato tutto questo, quali sono quindi le birre che contengono più luppolo? Se pure le classiche “bionde” che prendiamo in pizzeria o al bar rappresentano una scelta di medio livello per quanto riguarda il contenuto di luppolo, sono le Indian Pale Ale e le loro varianti (American Pale Ale, NEIPA e via dicendo…) le regine della luppolatora. Una bella IPA, amara e rinfrescante, è dunque un modo per farci del bene!
In realtà, sono gli stessi ricercatori ad affermare che questo studio non mira a spingere i consumatori verso le birre più amare e luppolate, ma precisano comunque che i composti del luppolo sono comprovatamente una buona base per combattere lo sviluppo dell’Alzheimer.