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Se tuo figlio ha uno smartwatch fai attenzione: può mettere a rischio la privacy

La trappola invisibile degli smartwatch per bambini: potrebbero essere esposti a rischi sia di sicurezza che di privacy. Genitori fate attenzione

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

La diffusione degli smartwatch per bambini nelle scuole elementari è un fenomeno in rapida crescita. Questi dispositivi, che sembrano una versione semplificata dello smartphone, offrono funzionalità come chiamate, messaggi e localizzazione GPS, rassicurando i genitori. Ma dietro questa apparente comodità si nascondono rischi significativi per la sicurezza e la privacy dei più piccoli.

L’indagine che ha svelato le vulnerabilità

Il mensile dei consumatori svizzeri K-Tipp, in collaborazione con la società di sicurezza informatica Compass Security, ha condotto un’approfondita indagine. L’obiettivo era testare l’affidabilità e la sicurezza di undici diversi modelli di smartwatch per bambini, con un’ampia fascia di prezzo, dai dispositivi economici di produzione cinese fino all’Apple Watch SE.

I risultati hanno messo in luce problematiche estremamente gravi: sei modelli su undici presentavano una falla critica che permetteva agli adulti di ascoltare segretamente le conversazioni del bambino. Ancora più preoccupante è stato il caso di un modello cinese, che consentiva addirittura di attivare videochiamate nascoste, trasformando l’orologio in un vero e proprio strumento di sorveglianza.

Normative e falle informatiche: quadro preoccupante

La Germania ha già reagito vietando questi dispositivi, dopo aver scoperto che venivano usati per spiare gli insegnanti. La Svizzera non ha ancora un divieto specifico, ma l’autorità federale per la protezione dei dati ha chiarito che intercettare conversazioni private senza consenso è un reato. In Italia, la situazione è ancora più ambigua: le norme ministeriali vietano gli smartphone a scuola, ma non fanno riferimento agli smartwatch, creando una “zona grigia” normativa.

L’indagine ha anche rivelato gravi vulnerabilità informatiche. Due modelli trasmettevano dati non criptati, rendendo accessibili informazioni sensibili come le password delle reti Wi-Fi. Inoltre, l’applicazione “SeTracker”, utilizzata da diversi orologi, usa una password predefinita “123456”, una debolezza di sicurezza che in passato ha già permesso a malintenzionati di compromettere i dispositivi.

Reazioni del mercato e i pochi modelli sicuri

Dopo la pubblicazione dei risultati, le reazioni sono state diverse. Digitec Galaxus e Media Markt hanno immediatamente sospeso le vendite dei modelli vulnerabili. Interdiscount ha scaricato la responsabilità sui produttori, mentre Amazon ha dichiarato di aver avviato verifiche interne, pur continuando a commercializzare i prodotti.

Secondo l’analisi, solo tre smartwatch hanno superato tutti i test di sicurezza: l’Apple iWatch SE, l’Xplora X6 e l’Anio 5s. Questi modelli si sono dimostrati sicuri, trasmettendo i dati in modo criptato e rispettando le normative europee e svizzere sulla protezione dei dati.

Dibattito sulla sorveglianza costante

Al di là degli aspetti tecnici, l’indagine ha sollevato un dibattito più ampio sull’opportunità di sottoporre i bambini a un monitoraggio GPS continuo. L’Incaricato federale svizzero per la protezione dei dati ha sottolineato che anche i bambini hanno diritto alla privacy e che un controllo costante può essere considerato sproporzionato.

Nelle scuole, l’orientamento è sempre più critico. Un numero crescente di dirigenti scolastici, sia in Svizzera che in Italia, invita le famiglie a lasciare gli smartwatch a casa, motivando la richiesta con il fatto che questi dispositivi distraggono, disturbano le lezioni e, in alcuni casi, possono diventare strumenti di sorveglianza non autorizzata all’interno dell’ambiente scolastico.

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