Come sopravvivere alle domande dei parenti il giorno di Natale

Il 25 dicembre si avvicina e certa come le poesie urlate dei bambini c’è solo una cosa: le domande scomode dei parenti

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Sopravvivere al pranzo di Natale per alcuni può essere un vero e proprio supplizio, e non solo per lo stomaco.

Eh sì, perché a Natale rivediamo i nostri amati parenti. Ovviamente gli vogliamo bene – su questo non ci sono dubbi – ma spesso sono persone con cui interagiamo una volta l’anno. E quella volta è chiaramente il pranzo di Natale. E cosa succede quando s’incontra una persona che non si vede da tantissimo tempo? La si tempesta di domande, soprattutto se la si è vista con il pannolino, senza denti e con i rotoli sui gomiti. Preparatevi quindi, perché non si sfugge: vostro zio, vostra nonna, la cugina di terzo grado di vostro padre e il marito della vicina di casa (che non si sa perché è dovuto venire a prendere il caffè) vi inonderanno di domande. E noi di Supereva vogliamo consigliarvi un modo per sopravvivere a questo fuoco nemico. Perché sappiamo perfettamente che è quello che toccherà anche a noi.

Ovviamente partiamo da un evergreen. «Insomma, dimmi un po’, ce l’hai il fidanzato/la fidanzata?». Voi magari siete appena usciti dall’ultima frequentazione fallimentare e vorreste gettare la testa nella lasagna fino ad affogare nel sugo piuttosto che rispondere. Ma state calmi, fate un sorriso e dite con serenità: «No, ma sai che gli è successo a… (nome di un cugino a caso)? È una storia assurda, fattela raccontare». Prima regola del pranzo con i parenti: sposta l’attenzione su qualcun altro. Lui o lei vi odieranno, ma voi mangerete in santa pace.

«Ma quando ti laurei?». Altro grande classico natalizio, che non mette affatto ansia prima della sessione di esami di gennaio/febbraio. Qui dovrete essere bravi e convincenti. Mettetevi a ridere come se stesse per fare la battuta più simpatica del mondo e dite con decisione «MAI!». Tutti penseranno che stiate scherzando e che la laurea sia vicina per la vostra immotivata felicità e smetteranno di tediarvi. Pure se in effetti magari è proprio vero che non vi laureerete mai. Seconda regola del pranzo con i parenti: fate credere il contrario di quello che veramente è.

«Hai visto che Mario è diventato manager e si è comprato l’attico in centro, tu fai ancora ripetizioni ai bambini per dieci euro l’ora?». Probabilmente l’avete anche perso quel lavoro e a trent’anni vivete ancora in doppia col vostro migliore amico, ma non vi preoccupate. Perché la risposta a tutto questo è: il reddito di cittadinanza. Dite che state aspettando quello e che avete tutti i requisiti per richiederlo, anche se non è vero. La conversazione si sposterà immediatamente sulla situazione politica attuale e – visti i tempi di oggi – chiunque vorrà dire la sua anche se non ha la minima idea di quello di cui si sta parlando. Terza regola del pranzo con i parenti: buttatela in caciara. Sempre.

E che la forza sia con voi, giovani Padawan.

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