I 5 paesi dove si può sopravvivere alla fine del mondo

Un recente studio ha indicato quali sono le cinque nazioni più adatte alla sopravvivenza dell’uomo in caso di apocalisse.

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Uno studio datato 2021 ha fornito l’elenco delle cinque destinazioni da segnare in agenda in caso di apocalisse. L’indagine condotta, a partire dall’impatto dei cambiamenti climatici sul pianeta, ha individuato le cinque nazioni del mondo che hanno più probabilità di sopravvivenza. E in base ai risultati diffusi, pare che i miliardari della Silicon Valley abbiano già iniziato a investire nella costruzione di bunker e rifugi nelle aree di maggiore sicurezza.

I criteri per la sopravvivenza

Come spiega Insider, la ricerca del ‘Global Sustainability Institute’ presso l’Anglia Ruskin University si è basata su tre criteri principali per stilare il suo prezioso elenco. Innanzitutto, la capacità di carico, intesa come superficie di terra utilizzata a scopi agricoli per sostenere la popolazione locale. In secondo luogo, è stato considerato l’isolamento della regione rispetto alle aree più densamente popolate: maggiore è la distanza e meglio è per la sopravvivenza. Terzo parametro, infine, quello dell’autosufficienza, ovvero la capacità di un paese di produrre l’energia necessaria e i prodotti di base.

Nuova Zelanda, la meno vulnerabile

La domanda ora è: quali sono i cinque paesi che, secondo lo studio, sono i meno vulnerabili alla fine del mondo? In testa c’è la Nuova Zelanda, la cui distanza dall’equatore la rende una delle nazioni geograficamente più resistenti al cambiamento climatico. Inoltre, produce energia rinnovabile per il 40% ed è autonoma per il 75% del suo fabbisogno energetico.

Sufficientemente distante dalla più popolosa Australia, la Nuova Zelanda ha superato con numeri ridottissimi anche la difficile prova del Covid-19 tanto da essere uno dei paesi più sicuri al mondo. La seconda meta è l’Islanda, ricca di fonti di energia rinnovabile, pescosa e con un clima fresco grazie alla vicinanza al Polo Nord è un habitat perfetto per sopravvivere.

Nella lista anche il Regno Unito, con il suo clima mite e gli ampi appezzamenti di terreno coltivabile. Più critica, invece, è la questione dell’approvvigionamento energetico che dipende per lo più da fonti fossili ma è in aumento il ricorso all’eolico.

Destinazione: paesi poco popolati e con terra libera

A completare la rose dei cinque paesi più fortunati sono l’Australia (in particolare la regione della Tasmania) e l’Irlanda. L’area insulare della Tasmania sarà la zona meno colpita dagli effetti del climate change rispetto al resto del paese e grazie alle sue centrali idroelettriche ed eoliche non avrà problemi di sopravvivenza. Chiude l’Irlanda, scarsamente popolata e con ampie porzioni di terre adatte all’agricoltura è perfetta per ospitare un bunker in cui sopravvivere alla fine del mondo.

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