Uccelli morti in poche ore, allarme per pseudopeste aviaria in questa città italiana

Morti misteriosi di tortore provocate dalla malattia di Newcastle: ecco quali sono i rischi

Pubblicato:

Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Uccelli morti, principalmente tortore, rivenute al suolo prive di vita, ma senza alcuna ferita. Nella zona di Ravenna, soprattutto a Madonna dell’Albero, nel forese e nella Bassa Romagna, con numerose segnalazioni a Lugo, Fusignano e Alfonsine. Scene che hanno destato non poca preoccupazione tra i residenti; in realtà si tratta di un problema ciclico che ogni anno, in questa stagione, colpisce alcune specie aviarie, ma che sta destando tanta apprensione tra i residenti.

Secondo l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna ‘Bruno Umbertini’, che ogni anno effettua analisi di routine sulla fauna selvatica, le tortore sarebbero state colpite da un agente patogeno identificato come il virus della “malattia di Newcastle”, una variante più pericolosa dell’influenza aviaria. Prende il nome dalla città di Newcastle upon Tyne, in Inghilterra, dove è stata identificata per la prima volta nel 1927. È considerata una delle malattie più dannose per l’industria avicola a causa della sua alta contagiosità e del suo impatto sulla salute degli uccelli.

La malattia di Newcastle è una patologia virale che colpisce principalmente gli uccelli, causata dal virus della malattia di Newcastle, appartenente alla famiglia Paramyxoviridae. Questo virus può causare una vasta gamma di sintomi, che vanno da lievi segni respiratori a gravi sintomi neurologici, e può portare alla morte degli uccelli affetti.

Il virus della malattia di Newcastle si diffonde attraverso il contatto diretto con uccelli infetti o attraverso le loro secrezioni, come le feci o le secrezioni nasali. Può essere trasmesso anche attraverso l’esposizione a superfici contaminate o a oggetti infetti. Gli uccelli selvatici sono spesso serbatoi naturali del virus e possono trasmetterlo agli uccelli domestici.

La malattia di Newcastle può avere un impatto significativo sull’industria avicola, causando perdite economiche a causa della morte degli uccelli, della necessità di sacrificare gli animali infetti per prevenire la diffusione della malattia e delle restrizioni commerciali che possono essere imposte per contenere l’epidemia. La vaccinazione è un metodo importante per prevenire la diffusione della malattia di Newcastle negli allevamenti avicoli. In molti paesi, la vaccinazione degli uccelli domestici è obbligatoria o fortemente raccomandata per proteggere la salute degli animali e l’industria avicola.

Le giovani tortore, che non hanno ancora sviluppato anticorpi, sembrano essere particolarmente vulnerabili. Tuttavia, non sembrano esserci rischi per gli esseri umani o altri animali oltre alle tortore, secondo quanto rassicurato dall’Istituto zooprofilattico.

Sul sito del Ministero della Salute si legge che l’infezione per contatto diretto con elevate cariche virali può verificarsi anche nell’essere umano, determinando congiuntivite. Tuttavia dall’Istituto zooprofilattico rassicurano sul fatto che, in questo caso, non ci sarebbero rischi né per altri animali, né per l’uomo e nemmeno per altri volatili.

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti