Anguria, non dovresti comprarla già tagliata: non solo per salute

La praticità di acquistare un’anguria già a fette crolla di fronte ai rischi in cui si potrebbe incorrere.

4 Giugno 2023

Con l’inizio della stagione estiva, il frutto più fresco per eccellenza che accompagna le giornate – a pari merito con le ciliegie – è l’anguria, apprezzatissima dai grandi quanto dai bambini. A renderla così amata è il suo potere dissetante unito a un basso contenuto calorico che la rende adatta anche in caso di diete dimagranti (che proprio in queste settimane si fanno più stringenti per smaltire gli ultimi chiletti di troppo). Ottima a fine pasto ma anche come spuntino per spezzare la fame, l’anguria ha il vantaggio di poter essere conservata a lungo ma occorre farlo nei modo giusti.

Il primo passo, tra l’altro, per essere sicuri di portare a tavola un prodotto fresco e sano sta nella scelta al momento dell’acquisto con alcune accortezze di cui è bene tenere conto. A partire dall’esclusione del frutto già tagliato: ecco come mai.

Frutta e verdura già tagliata: i rischi per la salute che si possono correre nell’acquistarla

Supermercati e banchi dei fruttivendoli sempre più spesso espongono prodotti di grandi dimensioni già a fette, così da agevolarne l’acquisto. Troviamo, così, meloni, zucche e appunto angurie tagliate che per comodità, soprattutto se viviamo da soli o abbiamo una famiglia non particolarmente numerosa, siamo convinti sia una soluzione agile. Tuttavia, questo acquisto può riservare una serie di rischi che il frutto integro, invece, ci eviterebbe.

Se, infatti, da una parte abbiamo la praticità di portare a casa un’anguria a fette, sull’altro piatto della bilancia occorre considerare la nostra salute. In questo caso, il pericolo di comprare una o più fette avvolte nella pellicola trasparente è rappresentato da salmonellosi, escherichia coli e listeriosi. Come spiegano gli esperti, infatti, nel momento in cui un frutto o un ortaggio viene tagliato, quel prodotto perde la sua protezione naturale rispetto all’ambiente che lo circonda.

Così, la superficie fino a quel momento intonsa, può accogliere microrganismi patogeni potenzialmente pericolosi come quelli citati che riescono a infiltrarsi nella polpa. E il rischio è anche quello di contaminare gli altri prodotti con cui vengono a contatto, per esempio una volta riposta la nostra nel frigorifero. La conseguenza è, di fatto, la possibilità di incorrere in un’intossicazione alimentare più o meno grave.

E l’ambiente?

C’è poi un ulteriore aspetto da prendere in esame e riguarda la sostenibilità. Nella maggior parte dei casi, le fette già pronte sono confezionate con fogli di plastica o nella pellicola trasparente, materiale che contribuisce in maniera sostanziale all’aumento dei rifiuti. Tali plastiche, tra l’altro, non possono essere riciclate quindi vanno semplicemente ad aggiungersi al monte di rifiuti indifferenziati che ognuno annualmente produce. È, quindi, il caso di chiedersi se sia strettamente necessario un acquisto di tal genere, considerando le ragioni legate alla salute unite al rispetto per l’ambiente. Ma se proprio non possiamo farne a meno, la raccomandazione fondamentale è lavare sempre frutta e verdura e, una volta sbucciato l’alimento, provvedere a un secondo passaggio sotto l’acqua. Il taglio con il coltello, infatti, potrebbe far penetrare nella polpa i microrganismi presenti sulla buccia con il rischio di consumare un prodotto contaminato.

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