Aviaria, infezioni anche tra i mammiferi: quali rischi per l’uomo

Uno studio conferma i timori degli scienziati sull’ultima variante del virus dell’aviaria che ha colpito un allevamento di visoni in Spagna.

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È sempre più allarmante la preoccupazione che giunge dalla comunità scientifica in merito a una nuova possibile pandemia. Mentre, infatti, il Covid19 ancora non ci ha abbandonato e circola il virus influenzale di questo inverno 2023 (la famigerata Australiana, che ha costretto a letto milioni di persone), ad agitare gli studiosi è l’ultima variante dell’influenza aviaria. Se fino a qualche settimana fa il timore era legato alla possibilità di trasmissione da animale a uomo, ora gli studi si concentrano su un focolaio che ha colpito un allevamento di visoni in Europa.

Nello specifico, dopo Asia e Africa dove sono stati già segnalati casi di contagio animale-uomo dovuti a contatto diretto con esemplari infetti, l’allerta è ai massi livelli. Si teme che possa, infatti, replicarsi quanto accaduto con il Covid19 a seguito della diffusione del virus tra i mammiferi. Il rischio di diffusione pandemica tra gli esseri umani potrebbe, dunque, essere dietro l’angolo. Per questo, l’allevamento spagnolo di La Coruña, considerato l’elevato livello di infettività di H5N1/HPAI, è più attenzionato che mai.

Un primo studio in merito è già stato pubblicato su ‘Euro Surveillance’ e, come si legge nell’estratto consultabile online, fornisce un quadro epidemiologico e clinico sulla base delle indagini genetiche riguardanti un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità. Si sottolinea anche che tale focolaio ha colpito una singola azienda agricola ma il caso è particolarmente rilevante per le implicazioni che potrebbe avere sulla salute pubblica.

Dagli esami post-mortem sugli esemplari infetti, i ricercatori hanno evidenziato prevalentemente “polmonite emorragica o epatizzazione rossa dei polmoni”. Per quanto ancora le modalità di trasmissione a tali mammiferi siano incerte, l’ipotesi più probabile è che il virus sia stato trasferito ai visoni dagli uccelli selvatici. Fortunatamente, nessuno degli operatori dell’azienda è risultato contagiato ma, a fronte dell’emergenza epidemica già in corso, è fondamentale tutelare la salute umana con un monitoraggio costante dell’evoluzione di H5N1/HPAI.

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