Prossima pandemia arriva dagli uccelli? Cosa ci aspetta nel 2024

I pericoli di una prossima pandemia: l'influenza aviaria è pronta a fare milioni di vittime in tutto il mondo?

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Mentre il mondo sembra essersi finalmente lasciato alle spalle la pandemia di COVID-19, un’altra minaccia già presente si sta facendo strada: l’influenza aviaria. Secondo la dottoressa Diana Bell, esperta di medicina, non stiamo aspettando la prossima pandemia: è già qui. Questa volta, però, non si tratta di un nuovo virus misterioso che arriva da qualche grotta di qualche strana località o di un qualcosa che viene fuori da un laboratorio, bensì di un patogeno che esiste da decenni, e che si sta lentamente diffondendo in tutto il globo.

La nuova pandemia arriva dagli uccelli: nel 2024 arriverà l’influenza aviaria?

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Il ceppo H5N1 dell’influenza aviaria, capace di trasmettersi all’uomo in modo letale, sta causando crescenti preoccupazioni tra gli esperti.. La professoressa Bell, biologa della conservazione all’Università dell’East Anglia, ha lanciato un allarme, sottolineando che questa pandemia sta colpendo molte specie oltre agli esseri umani.

Quando mi chiedono qual è la prossima pandemia, rispondo spesso che ne stiamo già vivendo una“, ha dichiarato la dottoressa Bell ai microfoni di una trasmissione televisiva britannica.

Mi riferisco al ceppo altamente patogeno dell’influenza aviaria H5N1, noto anche come influenza aviaria, che ha ucciso milioni di uccelli e un numero imprecisato di mammiferi, in particolare negli ultimi tre anni – Nemmeno l’oceano è al sicuro“, ha aggiunto lanciando un allarme terribile. Che, perlomeno, dovrebbe farci riflettere sulle possibili conseguenze sulla nostra salute.

Che cos’è l’influenza aviaria H5N1?

Il ceppo H5N1 ha avuto origine nelle oche domestiche in Cina nel 1997 e si è rapidamente diffuso agli esseri umani nel Sud-Est Asiatico, con un tasso di mortalità che si aggira intorno al 40-50%. Tuttavia, il virus non colpisce solo gli esseri umani: dal 2020, è stato responsabile della morte di almeno 13 specie di mammiferi acquatici, tra cui leoni marini americani, focene e delfini, con devastanti conseguenze in Sud America.

Il problema è particolarmente sentito: l’aumento di vittime nel mondo animale potrebbe essere un segnale anticipatorio di ciò che la stessa malattia potrebbe fare all’essere umano in caso di diffusione.

Quali sono le cause della diffusione dell’influenza aviaria?

La professoressa Bell ha individuato una causa principale di questa diffusione: i “mega-allevamenti“. Ha sottolineato la necessità di rivedere radicalmente il modo in cui viene gestita la produzione di pollame su scala globale.

Dobbiamo rendere le aziende agricole autosufficienti nell’allevamento di uova e pulcini, anziché esportarli a livello internazionale – ha affermato – la tendenza verso i mega-allevamenti con oltre un milione di volatili deve essere fermata sul nascere. Per prevenire i peggiori esiti di questo virus, dobbiamo rivedere la sua fonte primaria: l’incubazione negli allevamenti intensivi di pollame“.

Nei mega-allevamenti, infatti, grandi quantità di animali vengono allevati in spazi ristretti e sovraffollati. Questa densità popolazionale favorisce la trasmissione rapida e diffusa del virus tra gli uccelli. Inoltre, le condizioni stressanti e poco salubri all’interno dei mega-allevamenti possono compromettere il sistema immunitario degli uccelli, rendendoli più suscettibili alle infezioni virali, compresa l’influenza aviaria. Inoltre, per via delle dimensioni di questi impianti, può essere più difficile implementare misure efficaci di controllo sanitario e biosicurezza per prevenire e contenere le malattie aviarie.

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