Il governo è al lavoro per definire una serie di interventi in ambito finanziario che possano andare a sostegno dei cittadini con particolare attenzione alle fasce di reddito più basse. Già da settimane, infatti, sentiamo parlare del DEF – Documento di Economia e Finanza per il 2023, che individua le strategie economiche e finanziare che fungeranno da linee guida per i prossimi mesi. Secondo quanto recita l’articolo numero 3 della legge n. 362 del 1988, “definisce la manovra di finanza pubblica per il periodo compreso nel bilancio pluriennale.
Si tratta, dunque, di uno strumento di programmazione economica fondamentale per un Paese, alla base delle azioni successive secondo una scaletta temporale ben precisa. Telegiornali, quotidiani e siti web ne stanno ampiamente parlando, e tra i temi più discussi c’è il taglio al cuneo fiscale. Che cosa significa? E, soprattutto, che cosa cambia davvero per i lavoratori? Lo ha spiegato in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ il Viceministro Maurizio Leo.
Che cos’è il cuneo fiscale: la definizione
Partiamo dalla definizione, tratta dall’Enciclopedia Treccani online. Il cuneo fisale è “la differenza tra quanto costa un dipendente al datore di lavoro e quanto riceve al netto lo stesso lavoratore, calcolata in percentuale del salario lordo”. Entrando più nel dettaglio, si legge ancora, “in termini nominali, il cuneo fiscale è ottenuto ponendo al numeratore la differenza tra, da un lato, il salario lordo nominale e gli oneri sociali pagati dal datore di lavoro, dall’altro, lo stesso salario, da cui sono però tolte le imposte dirette e gli oneri sociali versati dal dipendente, e mettendo al denominatore ancora il salario nominale lordo”.
In termini reali, intervengono nel calcolo anche il costo del lavoro e i prezzi al consumo, quindi “è approssimativamente eguale alla somma delle aliquote sulle imposte indirette, su quelle dirette e sugli oneri sociali a carico del reddito da lavoro dipendente”.
Le novità del Decreto Legge del Primo Maggio
Secondo il decreto Legge dello scorso Primo Maggio sono previste alcune novità fino al prossimo mese di dicembre proprio per quanto riguarda la riduzione del cuneo fiscale, con l’obiettivo di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie. Spiega il Viceministro Leo al ‘Corriere della Sera’: “Le retribuzioni lorde di 25mila euro raggiungeranno un guadagno netto di circa 100 euro al mese, comprendendo i precedenti tagli del cuneo. Questo è l’aumento massimo”.
Per le fasce di reddito, invece, comprese tra i 25mila e i 35mila euro, il taglio complessivo previso è di 6 punti. “Quindi – prosegue il Viceministro – il vantaggio scenderà un po’ rispetto ai 100 euro”. Per quanto riguarda, invece, la tredicesima con meno tasse la previsione è che venga applicata nel 2024 “quando comincerà ad essere attuata la delega. In essa si prevede anche la flat tax incrementale per i dipendenti. Credo che la tredicesima possa essere assimilata a un ‘reddito aggiuntivo’ e quindi trattato con l’aliquota agevolata del 15%. Così, tra l’altro, si sosterrebbero i consumi delle famiglie in un periodo particolare. Sarebbe un segnale molto importante, sempre tenendo conto delle risorse e del fatto che non sono possibili fughe in avanti”, conclude il Viceministro.