Lo spazio che circonda la Terra rappresenta un intero universo – in senso letterale – che non smette mai di sorprenderci, darci nuove risposte ma, soprattutto, farci fare nuove domande. Ci sono le stelle, ci sono i pianeti, ci sono le galassie. Tutti elementi che, più o meno, ci sono familiari. Ma esistono anche tantissimi altri oggetti e corpi celesti misteriosi che sembrano quasi usciti da un romanzo di fantascienza. Tra questi ci sono le comete oscure, che non sono né comete né asteroidi. Sono state scoperte da meno di un decennio, ma gli astronomi stanno impiegando moltissime energie nel loro studio. Anche perché nessuno sembra sapere cosa siano davvero.
- Cosa sono davvero le comete oscure?
- Esistono almeno 14 comete oscure: ancora non si capisce bene cosa sono
Cosa sono davvero le comete oscure?
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Chi è abituato a guardare alla scienza come a un vasto insieme di tassidermie e categorizzazioni, rimarrà deluso dal sapere che le comete oscure riescono a mettere in crisi tutte le definizioni classiche.
Esse non sono asteroidi, dato che questi ultimi sono ammassi di roccia e metallo che viaggiano nel Sistema Solare e sui quali ormai sappiamo praticamente tutto. Non sono nemmeno vere e proprie comete, che sono corpi composti di ghiaccio e polveri che – quando si avvicinano abbastanza al Sole – lasciano nel cielo la loro inconfondibile scia luminosa.
Le comete oscure sanno solo ciò che non sono. Hanno l’aspetto di asteroidi poiché sono dei corpi rocciosi e privi di attività visibile. Il loro movimento è però molto più simile a quello delle comete ‘comuni’, dato che ogni tanto ricevono delle improvvise “spinte” che ne modificano la traiettoria. Ma, al contrario delle comete ‘comuni’, quelle oscuri non lasciano alcuna coda! È come se avessero un motore nascosto, ma nessuno riesce a capire dove sia.
Esistono almeno 14 comete oscure: ancora non si capisce bene cosa sono
Le prime comete oscure sono state osservate nel 2016 e, da allora, gli astronomi ne hanno individuate 14, sebbene è assai probabile che ne esistano ancora parecchio.
Al loro interno è possibile che si nascondano dei materiali ghiacciati che, quando si riscaldano, rilasciano dei gas invisibili, responsabili delle loro misteriosi accelerazioni (simili a quelle delle comete ‘comune’).
Il problema maggiore resta uno: per quale motivo non mostrano una coda? Perché non lasciano tracce visibili? Semplicemente, non lo sappiamo. C’è anche chi ipotizza che studiarle potrebbe perfino aiutare gli scienziati a capire come l’acqua sia arrivata sul nostro pianeta miliardi di anni fa.
E, naturalmente, resta anche un’altra domanda che, più che altro, ci interessa tutti: possono rappresentare una minaccia per la Terra? Per ora, nemmeno a questa domanda sa rispondere nessuno.
Nel 2019, però, dal Giappone è partita la sonda Hayabusa2, destinata a studiare soprattutto l’asteroide Ryugu, ma che continuerà il suo viaggio verso una cometa oscura, 1998 KY26. La sonda dovrebbe incontrarla nel 2031 e, per la prima volta, scattare delle immagini ravvicinate e, con un po’ di fortuna, persino atterrare sulla superficie. Sarebbe la prima volta che l’umanità entra in contatto diretto con una cometa oscura. E chissà, magari proprio allora scopriremo qualche mistero su queste silenziose viaggiatrici del cosmo!