Cosa sono le royalty e come si dividono tra etichetta e artista

Argomento tanto noto quanto non sempre chiaro quello legato al mondo delle royalty. Vediamo più da vicino di cosa si tratta.

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Addentrarsi nel mondo artistico vuole dire anche sottostare a delle regole ben precise che ne veicolano il business. Prima di snocciolare la questione più nel dettaglio, cosa si intende per royalty? Come funzionano?

Il dizionario della Treccani definisce così il significato di royalty: “Termine anglosassone entrato nell’uso internazionale (spec. al plur.) per indicare l’aliquota del prodotto lordo che le società concessionarie di giacimenti minerari (soprattutto di petrolio) si impegnano a corrispondere (…). In senso più ampio, il compenso riconosciuto al proprietario di un bene, al creatore o all’autore di un’opera dell’ingegno, al possessore di un brevetto o di un copyright”.

È tal proposito è bene precisare che le royalty e le etichette non sono affatto la stessa cosa. Quest’ultima dev’essere registrata con una procedura regionale o nazionale e con un nome specifico (richiesto per legge) che serve a tutelare il proprio business. Inoltre, non tutti gli artisti optano per l’etichetta perché se da una parte ti permette di usufruire di numerosi vantaggi garantendoti esibizioni e spettacoli, dall’altra si è sempre dipendenti da qualcuno che ha diritti monetari – e non solo – sulla tua produzione artistica.

Ma come funzionano più nello specifico le royalty in campo economico e quali sono i vantaggi degli artisti? Le royalty sono influenzate da vari fattori, tra cui il profitto del fortunato e il costo di produzione, elementi che sottostanno alle regole del contratto che verrà stipulato tra l’artista e il suo collaboratore.

Si può parlare di una percentuale fissa di guadagno sull’artista che può arrivare in Italia fino a circa il 30%, o, in alternativa, si attua una percentuale a forfait, quindi variabile. Le royalty riguardano sia la commercializzazione delle opere artistiche che le registrazioni che avvengono in studio.

Ma c’è anche la questione delle royalty anticipate: in alcuni casi, infatti, la quota fissa prevista può essere non un saldo sulle esibizioni avvenute, bensì un anticipo sulle future. In tal caso, l’impegno stipulato obbliga l’artista a coprire la somma pattuita entro un preciso arco temporale. Nel caso in cui l’artista non riuscisse a soddisfare tutte le richieste previste, dovrebbe affrontare le normali conseguenze dei mancati vincoli contrattuali che possono portare, in extremis, anche alla fine della collaborazione del binomio.

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