Ecco perché ci abbuffiamo di serie tv: il trucco per il cervello

C’è un motivo se, iniziando a vedere una serie tv, non riusciamo a staccarci dallo schermo fino all’ultimo episodio.

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L’avvento delle piattaforme streaming ha fatto la gioia degli appassionati di serie tv e film, capaci di stare ore davanti allo schermo. Conquistati dalla trama, gli spettatori possono rimanere incollati al televisore (o al cellulare, o al tablet, la scelta ormai è amplissima) sino alla fine della storia senza dover attendere la messa in onda nei palinsesti tradizionali. C’è un motivo preciso che spinge il cervello umano alla maratona seriale o, per dirla come gli inglesi, al binge watching (composto da ‘bing’, gozzoviglia, e ‘watching’, visione)

Non è un caso, del resto, se anche il prestigioso Vocabolario Treccani ha inserito l’espressione tra i suoi lemmi. “Visione ininterrotta di una grande quantità di episodi appartenenti a una serie televisiva, che è interamente disponibile in rete o in cofanetti di dvd”: questa la definizione online. E, come sottolinea Treccani, la pratica delle maratone esiste da sempre ma i servizi in streaming ne hanno ampliato le possibilità.

Ma come mai il nostro cervello resta catturato dalla visione di episodi in successione senza poter staccarsi dallo schermo? La psicologia spiega che questa vera e propria abbuffata riesce a diventare una dipendenza perché produce dopamina. Questa sostanza è legata alle attività che ci danno una sensazione di piacere e benessere. Proprio come succede con le droghe, per esempio, quando sospendiamo quell’attività, i livelli di dopamina scendono. Solo un nuovo episodio, quindi, ne riattiva la produzione.

È chiaro, quindi, il motivo per il quale sappiamo quando iniziamo a vedere una serie tv ma non sappiamo esattamente quando finiremo. Il nostro cervello sente l’esigenza di rimanere ancorato allo schermo mentre le ore passano, rendendoci difficile controllare il tempo che dedichiamo alla visione. O meglio, rendendoci difficile la decisione di interromperlo.

Così, può capitare non solo di avere risvolti negativi alla nostra salute (per esempio, affaticamento della vista o difficoltà a prendere sonno) ma finisce anche per isolarci diminuendo il tempo che riserviamo agli affetti.

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