Le espressioni più assurde segnalate all'Accademia della Crusca

L'Accademia della Crusca ha creato una sezione sul suo sito in cui potete proporre parole da inglobare nel vocabolario italiano. Ecco le più strane

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La lingua italiana è in continua evoluzione, come dimostrano i numerosi neologismi riconosciuti dall’Accademia della Crusca.

L’istituzione che raccoglie i massimi esperti di filologia e linguistica italiana ha dimostrato in più occasioni una grande apertura nei confronti di espressioni e parole di uso comune, inglobandole di diritto nel dizionario della lingua italiana.  Le tanto chiacchierate “scendi il cane” o “siedi il bambino”, ad esempio, a detta della Crusca, pur non essendo ammissibili nella forma scritta possono essere considerate accettabili in quella orale.

E di fatto, proprio per arricchire ulteriormente l’idioma nazionale, l’Accademia ha prestabilito una pagina su cui gli utenti potranno proporre e segnalare delle parole che secondo loro meritano a pieno diritto un ingresso nel vocabolario. L’esigenza nasce soprattutto per designare fenomeni moderni figli della società dei Millennial, che chiaramente in passato non esistevano. Come si può immaginare, però, gli Italiani si sono letteralmente scatenati, inviando agli esperti vocaboli pittoreschi e fantasiosi.

Se parole come “sbugiardare”, “stalkerare” e “docciarsi” sembrano piuttosto ragionevoli, lo stesso non si può dire di altri vocaboli. Precisamente, che qualità dovrebbe esprimere, ad esempio, l’aggettivo “ruttoso?” E “petoso” invece? Su “petaloso” si sono già sprecati fiumi di inchiostro, e non c’è altro da aggiungere. Tra le espressioni più curiose proposte dagli utenti del sito dell’Accademia della Crusca ci sono anche “ideicida”,”mammelloso”,”buongiornotte” e “amoro”. Molti verbi, invece, si rifanno al linguaggio del web, e probabilmente meriterebbero una reale attenzione da parte dei linguisti: parliamo di espressioni come “taggare”, “shazzammare”, “photoshoppare“, “skippare”, “postare” e “screenshottare”.

Altre, invece, sono particolarmente comuni tra i giovanissimi. Qualche esempio? Il milanese “sbatti” e il romano “scialla”, ormai entrati con pieno diritto nel linguaggio comune. I teenager fanno anche un uso smodato di parole come “shippare”, “friendzonare”, “hipster” o “twerkare”. Alcune parole  hanno pochissime possibilità di avere un “ok” dalla Crusca. Qualche esempio? Il poco elegante “escile“, o forme grammaticalmente scorrette come “bambinità”, “silenzitudine”, “sportiveggiante”, “dolcerrima” e “bellerrimo“.

Infine, c’è un piccolo manipolo di parole nosense che meritano una menzione speciale: “cicciogamer”, “astralopiteco”, “urgentilmente”, “maquantoèbelloskyrim”, “vammà”, “patatonzolo” e “awware”. Se non altro, per la creatività di chi le ha inventate e proposte.

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