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Come smascherare un bugiardo: secondo l'AI usa sempre queste 10 parole

Secondo l’AI i bugiardi hanno un linguaggio ricorrente: ci sono 10 parole che usano quasi sempre. Scopri quali sono e come smascherarli.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Quante volte vorremmo capire se qualcuno ci sta mentendo? Farlo non è assolutamente semplice ma ci sono dei segnali che l’analisi del linguaggio può offrirci. L’abbiamo chiesto all’intelligenza artificiale, domandandole quali sono le 10 parole e formule più ricorrenti che possono rivelare che abbiamo di fronte un bugiardo. Scopriamole insieme, una per una.

Le 10 parole che rivelano che abbiamo di fronte un bugiardo

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Se chiediamo all’intelligenza artificiale come fare per smascherare un bugiardo facendo leva sulle 10 parole che chi mente usa più di frequente, viene fuori un quadro abbastanza interessante.

Tra le prime parole che un bugiardo utilizza quando sta mentendo ci sono alcune espressioni come onestamente, sinceramente o a dire il vero. Sono formule che tentano di rafforzare artificialmente la credibilità del discorso: chi ci sta mentendo sente infatti il bisogno di sottolineare che sta invece dicendo la verità, proprio perché teme di non essere creduto.

Altre parole ricorrenti sono espressioni come te lo giuro o ti assicuro”, che servono a tentare di spostare l’attenzione sull’affidabilità personale, quasi a compensare una mancanza di autenticità facendo leva sulla propria reputazione.

Ma non è finita qui. Spesso un bugiardo fa ricorso anche ad altre espressioni, come la verità è che…” o credimi, due maniere per forzare in qualche modo la fiducia dell’ascoltatore. Inoltre, un indizio altrettanto significativo è l’eccesso di dettagli inutili: quando una storia viene arricchita di troppi particolari, può essere un tentativo di renderla più convincente. Anche frasi come come ti ho già detto sono sospette, perché vengono usate per scoraggiare chi ascolta dal chiedere ulteriori chiarimenti.

Arriviamo alle ultime due. Tra le altre espressioni che un bugiardo utilizza, ci sono un Perché dovrei mentirti?” che viene spesso utilizzata come se fosse un meccanismo di “difesa preventiva”. Il fine è quello di spostare la conversazione sull’assurdità della menzogna piuttosto che sui fatti reali. Un’ultima espressione è “Te lo stavo per dire”, ovvero una menzogna volta a coprire un’altra menzogna con l’intento di minimizzare il fatto che si stava nascondendo qualcosa.

Non affidarsi solo alle parole: sono importanti il contesto e i segnali non verbali

Ovviamente, se prendiamo in considerazione queste parole da sole, di certo non bastano a smascherare un bugiardo.

Il motivo è presto detto. Sono molto generiche e in tanti le usano in buona fede, senza secondi fini e mentre ci dicono la verità. Diventa invece importante osservare il contesto: una frase sospetta diventa significativa solo se accompagnata da altri segnali, come pause insolite, contraddizioni, tono esitante o incongruenze tra le parole e il linguaggio del corpo.

Gli psicologi parlano infatti delle cosiddette “micro-espressioni”, ovvero quei cambiamenti rapidissimi sul volto che rivelano che si sta reprimendo qualcosa. Se a queste si aggiunge l’uso insistente delle 10 parole sospette, il quadro diventa più chiaro e, probabilmente, abbiamo di fronte una persona che ci sta mentendo.

Il nostro consiglio è dunque quello di non fermarsi ad una singola parola presa di per sé, magari fuori dal contesto, ma di considerare l’insieme: il contenuto del discorso, il modo in cui viene detto e la coerenza con i fatti. Solo così è possibile imparare davvero l’arte – delicata e complessa – di smascherare un bugiardo.

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