Si dice babbo o papà? Il 19 marzo, giorno in cui si festeggia la figura paterna, l’Accademia della Crusca prova a sciogliere uno dei più grandi quesiti della lingua italiana. In Italia infatti entrambi i termini sono particolarmente diffusi: “Babbo” si usa in Romagna, Umbria, Marche, Sardegna e nel Lazio settentrionale, mentre “papà” viene utilizzato in tutte le altre regioni.
Il termine “papà” è un vecchissimo francesismo, che viene tradizionalmente utilizzato nel nord Italia, mentre “babbo” è un’espressione locale. “Spesso nei vocabolari viene indicata come voce affettiva – spiega Matilde Paoli, consulente linguistica dell’Accademia della Crusca – in realtà nel toscano tradizionale è anche voce denotativa, perché quando parliamo diciamo “babbo” e non “padre”. Quest’ultimo termine, infatti, seleziona non solo l’italiano, ma anche una lingua molto formale”.
Nell’Ottocento fra i letterati nacque una vera e propria diatriba, fra chi affermava che si dovesse utilizzare “papà” e chi difendeva il termine “babbo”. Con il passare del tempo l’uso dei due termini divenne una questione sociale: i ricchi usavano “papà”, mentre il popolo utilizzava “babbo”, in particolare in Toscana. “E di fatto – nota la linguista -, ancora oggi si dice “figlio di papà”, mentre “figlio di babbo” non funziona proprio. Lo stesso Pascoli si opponeva a questa discussione, in quanto “papà” è una parola da bambino al pari di “babbo”, ed è assurdo fare una censura su questi termini”.
Dunque fra “papà” e “babbo” nessuno vince la battaglia: “Entrambe le parole – svela l’esperta – costituiscono due “forme tipiche del primissimo linguaggio infantile, costituite dalla ripetizione di una sillaba, perlopiù formata dalla vocale a e da una consonante bilabiale (p, b, m), i suoni più facili da produrre per i bambini”.
Una recente indagine ha però dimostrato come il termine “babbo” stia perdendo terreno soprattutto in Sardegna, nella zona di Cagliari e Sassari, dove in tanti scelgono “papà”. Per quanto riguarda “Babbo Natale” invece questa forma viene sempre preferita a “Papà Natale”, un modo per affermare ancora una volta la familiarità e il legame con l’affettività del termine “babbo”. Comunque vada, che sia la festa del babbo o del papà, buon 19 marzo a tutti!