Presepe o presepio? Attorno a questo punto interrogativo è nata nel corso del tempo, una vera e propria querelle, anche molto vivace, che ha impegnato intellettuali e critici della nostra storia: è più corretto dire presepe o presepio? A risolvere la questione linguistica è direttamente l’Accademia della Crusca. Andando alla radice del termine scopriamo che presepe ha due forme latine: praesaepe, is ed anche praesaepium, praesaepii. Il fatto è che già nel passato venivano utilizzati entrambi i termini sia da autori latini come Virgilio e Plauto, che in seguito nei secoli da letterati come Petrarca, Tasso e Marino.
La parola presepio ha avuto nel tempo un uso molto più ampio rispetto a quella di presepe. Quest’affermazione, a quanto pare, troverebbe riscontro, infatti, proprio nel Vocabolario dell’Accademia della Crusca. È stato mostrato che all’interno delle sue iniziali tre edizioni (la prima risalente all’anno 1612) si ritrova solamente il termine presepio, adoperato con il significato sia di stalla che di mangiatoia. Con la diffusione della quarta edizione del 1729, avviene chiaramente una separazione tra le due voci presepe e presepio.
Ma che differenza c’è tra presepe e presepio? Il primo termine derivato da Virgilio, sta ad indicare la stalla, mentre il secondo ripreso dal latino tardo della Vulgata, rimanda alla mangiatoia nella stalla. Già a partire dal Cinquecento la voce presepio è molto più diffusa di presepe e viene utilizzata per riferirsi all’intera Natività. Sfogliando i dizionari post-unitari di origine toscana si scorge che il presepe viene associato ad una voce letteraria e poetica e per questo motivo meno utilizzato rispetto a presepio. Oggi si può arrivare ad affermare che entrambi i termini sono corretti ed esprimono lo stesso significato.
Dalla seconda metà del secolo scorso l’unica differenza che si continua a mantenere è basata sul piano semantico. Non esiste neanche più, tra le altre cose, la distinzione fatta in precedenza che considerava il termine presepe un’accezione letteraria e poetica, differentemente dalla voce presepio. Entrambi vengono, dunque, utilizzati per indicare la rappresentazione natalizia. L’unica cosa che si può dichiarare è che forse attualmente viene notato un minore impiego della parola presepio, pronunciata di meno anche in Toscana.