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Italia, l'isola abbandonata considerata tra le più infestate al mondo: cosa ha scioccato l'esploratore youtuber che l'ha visitata

L’esploratore gallese Adam Mark racconta la sua esperienza sull’isola di Poveglia, il luogo abbandonato e leggendario della laguna di Venezia noto come ‘isola dei fantasmi

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Adam Mark, 36 anni, originario del Galles del Nord, ha una passione insolita che nel tempo è diventata una vera e propria ossessione: esplorare luoghi misteriosi e abbandonati. Sul suo canale YouTube, @AdamMark, racconta spedizioni in spazi dimenticati, segnati dal tempo e spesso avvolti da un’aura di leggenda.

A inizio mese, il giovane esploratore ha deciso di affrontare una delle mete più inquietanti d’Europa: l’isola di Poveglia,  vicino a Venezia. Un luogo tanto affascinante quanto proibito, noto come “l’isola dei fantasmi” per la sua storia oscura.

Poveglia, l’isola dei fantasmi

Poveglia si estende per circa 18 acri ed è tristemente ricordata per essere stata, nel XVIII secolo, un luogo di quarantena per le vittime della peste. Secondo le stime, sarebbero oltre 160.000 i corpi sepolti sull’isola.

In seguito, fu trasformata in un ospedale psichiatrico, che alimentò ulteriormente la sua fama sinistra. Oggi Poveglia è ufficialmente interdetta ai visitatori, a causa delle condizioni precarie degli edifici in rovina. Nonostante ciò, Adam è riuscito ad approdarvi insieme alla sua compagna, trascorrendo tre ore tra ruderi e vegetazione selvaggia.

Un paesaggio da film post-apocalittico

“Molte scale sono crollate, l’edera entra dalle finestre, sembrava di essere in un livello di Tomb Raider”, racconta Adam.
Camminando tra edifici completamente inghiottiti dalla natura, l’esploratore si è imbattuto in una grande struttura che sembrava un’ex prigione, quasi invisibile da quanto era ricoperta da rampicanti.

All’interno ha trovato letti originali, docce e interi piani crollati, con brandine mescolate alle macerie. In un ex ospedale ha scoperto letti metallici appesi a catene, trasformabili in brande a castello: “Non avevo mai visto nulla di simile”, commenta. Il colpo d’occhio più forte, però, è stato il senso di abbandono totale: “A Chernobyl almeno si distinguono ancora gli edifici, qui la natura ha preso completamente il sopravvento”.

Esperienze inquietanti

Durante l’esplorazione, Adam non si è limitato a osservare. Ha portato con sé strumentazione per rilevamenti paranormali, convinto che un luogo con un passato tanto drammatico meritasse un’indagine più profonda.

Con una spirit box ha registrato voci e parole misteriose. Ma gli episodi più inquietanti sono stati catturati casualmente dalla telecamera: passi chiarissimi in un edificio, nonostante lui e la sua compagna fossero immobili, e addirittura un urlo registrato nel video che entrambi non avevano percepito dal vivo.

“Riguardando le immagini, si sente chiaramente un grido”, spiega. “È stato davvero strano, non ce ne siamo accorti mentre eravamo lì”.

Una passione che diventa ossessione

Adam dedica ore a cercare nuovi luoghi da esplorare, tra Google Maps, articoli di giornale e segnalazioni da parte di altri appassionati. Ha visitato orfanotrofi, ospedali, carceri e interi quartieri abbandonati.

Il suo luogo preferito rimane però Chernobyl, evacuata dopo il disastro nucleare del 1986: “È come vivere in un’apocalisse. Le strade invase dagli alberi, i grattacieli che emergono dalla foresta… uno scenario surreale”.

Il fascino dell’abbandono

Che si tratti di Poveglia, di un manicomio abbandonato o delle rovine di una città fantasma, Adam Mark continua a inseguire la sua “curiosità dell’ignoto”. Un hobby che per lui è diventato una forma di dipendenza, spinta dal desiderio di vedere cosa si cela oltre il velo del tempo e della memoria.

E forse è proprio questo il segreto del suo successo online: trasformare luoghi dimenticati e inquietanti in racconti che tengono lo spettatore sospeso tra storia, mistero e brivido paranormale.

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