Chi abbraccia uno stile di vita vegano deve fare sicuramente delle rinunce, ma se lo fa in maniera convinta non gli appaiono neanche tali. Per questo motivo elimina dalla propria alimentazione alcuni alimenti, ma può capitare che inconsapevolmente ne assuma altri senza sapere che invece hanno in qualche modo a che fare con gli animali. È questo il caso della birra.
Perché la birra non è sempre vegana
Amanti della birra, vegetariani e vegani, è arrivato il momento di affrontare la questione. A quanto pare, infatti, un certo numero di birre vengono prodotte filtrando attraverso le budella di pesce. La sostanza, chiamata colla di pesce, è una gelatina simile al collagene fatta di vesciche di pesce essiccate.
Il suo scopo è quello di filtrare il lievito e altre sostanze per rendere la birra più chiara. A volte la gelatina derivata da mucche o maiali viene utilizzata per uno scopo simile durante la produzione della birra. Viene anche usata per fare dei vini, non solo per la birra.
Come sapere se la birra è davvero vegana
Ma come si può sapere se la propria birra preferita rientra tra quelle che vengono prodotte filtrando attraverso budella di pesce? PETA, la celebre organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali, come sempre viene in soccorso di vegani e vegetariani con un ampio elenco di aziende produttrici di birra che non utilizzano ingredienti animali o agenti di lavorazione nella loro produzione di birra.
C’è anche un pratico sito web chiamato Barnivore, dove si può vedere se un particolare vino o birra sono fatti con ingredienti animali, inclusi, per i vegani, miele o latticini.
Bisogna anche dire che alcuni marchi stanno cercando di andare incontro alle esigenze dei clienti. Sebbene quindi storicamente ci siano birre prodotte utilizzando colla di pesce, recentemente hanno cambiato i loro metodi di produzione per utilizzare un processo di filtrazione diverso, divenendo quindi adatte a vegetariani e vegani.
