Fonte: ANSA

Astronauta avvista UFO mentre va sulla Luna: cosa ha realmente visto

Cosa si nasconde dietro l'avvistamento UFO di Buzz Aldrin sulla Luna? Oggi possiamo sapere quello cos'era davvero ciò che vide.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Gli alieni e gli UFO sono da sempre protagonisti immortali di innumerevoli opere di fantascienza e inesauribile fonte di ispirazione per storie che sfidano l’immaginazione umana. Ancora oggi, essi continuano a suscitare curiosità e dibattito ogni qual volta si parla di avvistamenti ed episodi inspiegabili.

Spesso queste storie vengono ridotte a semplice complottismo, ma cosa succede quando un evento apparentemente fantastico si intreccia con la realtà, in uno dei luoghi più remoti e inaccessibili per l’uomo: la Luna? E, soprattutto, cosa accade quando un celebre astronauta come Buzz Aldrin, oggi 94-enne ma figura storica e pioniera dell’esplorazione spaziale, racconta di aver vissuto un momento che ancora oggi sfida la comprensione scientifica? L’evento risale ai tempi della missione Apollo 11, nel quale fu testimone un evento che non riesce tuttora a spiegarsi. Un incontro ravvicinato con qualcosa di straordinario. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.

Cosa vide Buzz Aldrin durante la Missione Apollo 11

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Durante la storica missione Apollo 11 del luglio 1969, Edwin Eugene “Buzz” Aldrin, allora 39enne, ha scritto un capitolo indelebile nella storia dell’umanità. Diventando il secondo uomo a camminare sulla Luna (anche se è stato di fatto il secondo essere umano a camminare sul nostro satellite naturale, non ha mai amato la definizione di “secondo uomo”, raccontando più volte di preferire di essere ricordato come “l’uomo che ha portato l’uomo sulla Luna”, a sottolineare il suo ruolo di supporto fondamentale a Neil Armstrong durante il primo passo lunare), Aldrin si è fatto testimone di un momento che avrebbe segnato non solo la sua carriera e la storia dell’esplorazione spaziale, ma anche il futuro delle teorie sul contatto extraterrestre.

Mentre Neil Armstrong piantava la bandiera americana sulla polverosa superficie lunare, Aldrin era impegnato a raccogliere campioni e a eseguire esperimenti scientifici. Tuttavia, è stato ciò che ha visto in cielo durante il suo viaggio verso la Luna a sconvolgerlo profondamente. L’astronauta avrebbe visto materializzarsi fuori dal suo modulo lunare un vero e proprio oggetto volante non identificato, definito comunemente come UFO.

Aldrin ha descritto l’oggetto come brillante nel suo movimento, contrariamente a qualsiasi cosa avesse mai visto prima. Inizialmente, lui e gli altri astronauti pensarono che fosse un malfunzionamento del sistema elettrico, ma la luce persistette e cambiarono direzione per investigare

Ha poi parlato pubblicamente dell’avvistamento UFO in diverse occasioni, nonostante fosse inizialmente del tutto riluttante a farlo, soprattutto per il timore di non essere creduto. Ne ha anche scritto nel suo libro del 2009 “Magnificent Desolation: The Long Journey to the Moon and Back“.

Questo avvistamento non è stato un evento che ha riguardato solo lui. Anzi, è in ottima compagnia. Anche Al Worden, Edgar Mitchell e Gordon Cooper, altri astronauti famosi per le loro missioni spaziali, hanno condiviso esperienze simili di avvistamenti UFO durante le loro carriere. Ciascuno di loro ha sostenuto, anche sotto test del poligrafo, di aver assistito a fenomeni aerei non spiegabili durante le loro missioni nello spazio.

Cosa raccontò Buzz Aldrin riguardo a quell’incontro

Sull’Apollo 11, mentre facevamo rotta verso la luna, ho visto una luce dal finestrino che sembrava muoversi proprio accanto a noi – raccontò Aldrin parlando di questo “UFO” – Potrebbero esserci molte spiegazioni di cosa potesse essere. Una navicella di un altro paese, o di un altro mondo. O anche il razzo che avevamo staccato dai quattro pannelli che abbiamo tolto quando abbiamo estratto il lander dal missile. Non era un alieno. Osservazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. Questo diceva Carl Sagan”.

Ad ogni modo, Aldrin qualcosa di strano lo vide. E le sue aperture all’esistenza della vita aliena hanno contribuito ad alimentare il mito: “Potrebbero vivere degli extraterrestri nella galassia della via Lattea, e ne esistono miliardi. La verità è che quasi certamente c’è vita oltre noi nello spazio”.

Ha ribadito il suo racconto anche di fronte alla “macchina della verità”, il test del poligrafo, così come i suoi colleghi. Nella storia è pieno di esempi di persone che sono riuscite a ingannare il test, ma questo probabilmente non è uno di questi casi.

La verità su ciò che vide davvero Buzz Aldrin: non era un UFO

Dunque, ricapitoliamo. Buzz Aldrin crede nell’esistenza quasi certa di vita extraterrestre a causa della vastità dello spazio, dichiara di aver visto qualcosa di insolito durante il suo viaggio verso la luna. E, inoltre, ha addirittura passato il test della macchina della verità. Praticamente l’en plein, almeno secondo molti.

Peccato che lo stesso Aldrin ha chiarito che il suo avvistamento del sedicente “UFO dell’Apollo 11” era semplicemente un riflesso della luce del sole, non certo un alieno.

Per tanti, una delusione completa. Le sue parole sono state infatti spesso prese d’assalto, mistificate e mitizzate, anche per sostenere le teorie più bislacche. Soprattutto con l’arrivo dei social network. L’uomo, tuttavia, non si è mai discostato da una visione prettamente scientifica dell’accaduto. Aldrin, tra le altre cose, è uno dei pochi astronauti ad essere in possesso di un dottorato di ricerca. Dopo la guerra di Corea – nella quale ha servito gli Stati Uniti come pilota di caccia – ha conseguito un dottorato in astronautica presso il Massachusetts Institute of Technology (il MIT). La sua tesi di dottorato si è incentrata sui metodi di rendezvous in orbita, che si sono rivelati cruciali per il successo delle missioni Apollo e gli sono costati un altro soprannome, meno conosciuto: “Mr. Rendezvous”.

Sebbene Aldrin abbia riconosciuto la potenziale esistenza di vita intelligente non umana nell’immensità dello spazio, l’hype dietro quell’evento praticamente insignificante nell’ambito di una missione importante come l’Apollo 11 è stato sicuramente esagerato – spesso volutamente, talvolta con genuina curiosità – per i fini più disparati, addirittura per tentare di spiegare i misteri della piramide di Giza.

Oggi, nel 2024, Aldrin è l’ultimo degli astronauti dell’Apollo 11 in vita e le sue testimonianze costituiscono un pezzo di storia di fronte al quale è impossibile non rimanere a bocca aperta. Anche perché, a dispetto della sua veneranda età, è ancora piuttosto attivo e partecipa frequentemente a eventi pubblici e conferenze, facendo da ispirazione fondamentale per le nuove generazioni con la sua esperienza, i suoi racconti e la sua passione per l’esplorazione spaziale. Anzi, tutt’oggi è un forte sostenitore del ritorno dell’uomo sulla Luna e dello sviluppo dell’esplorazione spaziale in generale. Crede che l’espansione umana nello spazio sia fondamentale per il futuro dell’umanità.

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