Continua la lite fra Giancarlo Magalli e Adriana Volpe. Lo scontro fra i co-conduttori de “I fatti vostri” si è infatti spostata sui social, fra accuse pesanti e parole grosse. Tutto è iniziato qualche giorno fa quando, durante una delle tante puntate dello show Rai, si parlava di anziani. “Comunque la terza età si è spostata – ha affermato Magalli -, io ne sono ampiamente fuori, ormai la terza età credo sia oltre i 75…”. A quel punto Adriana Volpe ha pensato bene di intervenire: “Ormai fai 70 anni, no?” ha detto, scatenando l’ira di Magalli.
“Pìgliatela in saccoccia te, e quelli che non dicono c’età che hanno – ha detto -, ma fatti gli affari tuoi, no? No, proprio non è capace. Tu ne fai 44!, e allora?”. Infine, quando la Volpe ha chiesto: “ma perché te la prendi?”, lui ha risposto: “Perché sei proprio una rompipalle”.
Poco dopo Adriana Volpe si è sfogata su Facebook: “Solo per aver fatto i complimenti a Magalli per il suo prossimo 70esimo compleanno anche oggi ho ricevuto insulti – ha scritto la conduttrice -. Non basta screditare la professionalità di una persona attraverso i media, si può anche insultare una donna in diretta. Non ho parole”.
“Le ho detto solo che è una rompipalle e quello è un fatto, non un insulto – ha ribattuto Magalli, sempre sui social -. Poi lei, e questo forse ti ha coinvolto, ha cercato di farlo passare come un insulto alle donne, ma io ce l’avevo solo con lei, non con le donne che ho sempre rispettato e che forse si sentirebbero più insultate se sapessero come fa a lavorare da 20 anni…”.
Le allusioni di Magalli hanno fatto infuriare la Volpe, che si è difesa su Facebook: “Fa passare il messaggio che la Rai seleziona secondo logiche di letto e non professionali, non per meritocrazia. Sono offesa – ha aggiunto in un post – perché oggi non solo non mi ha chiesto scusa, ma ha detto che se dovesse essere costretto a chiedermi scusa, sarebbero scuse finte e non sentite. Che vergogna! Condivido con voi quello che sto vivendo perché non sono l’unica a subire offese ed essere screditata professionalmente. Spero che sia fatta giustizia anche in nome di tutte le donne che in qualsiasi posto di lavoro subiscono angherie e critiche per retaggi culturali duri a morire”.