Monete da 1.000 lire: controlla se ne hai una così nel cassetto. Può valere fino a 14mila €

Ricordate le vecchie mille lire in moneta? Qualcuno le vende a un prezzo folle.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Le monete da 1.000 lire, un tempo parte della vita quotidiana degli italiani, potrebbero ora nascondere un valore inaspettato. Molti non sanno che alcune di queste monete, apparentemente comuni, possono valere fino a 14mila € sul mercato dei collezionisti. È il momento di dare uno sguardo nel cassetto o nella vecchia scatola di monete dimenticate: potresti essere seduto su un piccolo tesoro. In questo articolo, esploreremo come riconoscere queste monete rare e perché sono così preziose, fornendo tutte le informazioni necessarie per capire se hai tra le mani un vero e proprio gioiello numismatico.

Le 1.000 lire in moneta

Le iconiche 1.000 lire, per un certo periodo prima dell’introduzione dell’euro, circolavano anche su moneta. Non  solo, dunque, quelle iconiche su carta. Le vecchie monete da 1.000 lire possono dunque valere una fortuna!

Ma come riconoscere quelle rare? È proprio il caso di controllare se ne possiedi una nel tuo cassettiera. Ad averle avute fra le mani, per la verità, non sono stati in molti, dal momento che il conio è durato poco. Per questo motivo, oggi, il loro valore può superare quello nominale.

Sul sito Ebay è stata messa in vendita una moneta da 1.000 lire per una cifra pari a 14.500 €: un bel gruzzoletto, non c’è che dire. E il motivo di una così alta valutazione potrebbe essere duplice. Innanzitutto, come si è detto, tale moneta rimase in corso per un periodo di tempo limitato prima di essere sospesa per l’introduzione del conio europeo. Monete da 1.000 lire furono, infatti, coniate solo per due anni, nel 1997 e nel 1998.

Gli errori di coniazione

A questo si deve aggiungere una seconda ragione, che ha a che fare curiosamente con errori di coniazione. Appena fu messa sul mercato, sulla moneta in questione fu riconosciuta una serie di sbagli grossolani nella mappa dell’Europa su uno dei due lati. Per esempio, la cartina del vecchio continente riportava ancora il confine tra la Germania dell’Est e la Germania dell’Ovest, che dal 1990 era stato abolito. Ma non era la sola imprecisione.

Tra gli altri errori, anche il profilo che segnava il Belgio e l’assenza delle linee che delimitavano l’Olanda. Il risultato era che i Paesi Bassi sembravano appartenere alla Germania e il profilo costiero danese era completamente sbagliato. Sull’altra faccia della moneta, poi, la corona doveva recare sei stelle ma almeno tre di esse risultavano poco o per nulla visibili.

Pessimo risultato, insomma, per quella moneta che oggi fa gola ai collezionisti (disposti a investire parecchio) ma che, secondo esperti di numismatica, non varrebbe più di una manciata di euro.

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