Morto il Gabibbo di Striscia la Notizia: addio a Gero Caldarelli

Il mondo della tv dice addio a Giorgio "Gero" Caldarelli, il mimo che dal 1990 dava vita al Gabibbo di "Striscia la Notizia"

20 Agosto 2017
Fonte: Ansa

Lutto nel mondo della tv: è morto Giorgio “Gero” Caldarelli, anima del Gabibbo di “Striscia la Notizia”. Dal 1990 il mimo dava vita al pupazzo rosso più amato dagli italiani. A dare l’annuncio è stata “Striscia la Notizia” tramite un comunicato in cui Antonio Ricci ha voluto omaggiare il mimo. “Gero è riuscito a dare a un pupazzo, che nasceva arrogante, grazia e poesia” ha spiegato il patron del tg satirico.

Classe 1942, Caldarelli era nato a Torino ed aveva studiato alla scuola di mimo del Piccolo Teatro. Dopo aver lavorato a lungo in tv e in teatro, nel 1974 aveva fondato la compagnia di mimo Quelli di Grock insieme a Maurizio Nichetti.

La prima collaborazione con Antonio Ricci era arrivata grazie al programma cult “Drive In” in cui interpretava i personaggi Gawronski e Pendulus. Nel 1990 era stato scelto per vestire i panni del Gabibbo, simbolo di “Striscia la Notizia” e spesso inviato del tg satirico in giro per l’Italia.

Nel 2003 Giorgio Caldarelli aveva deciso di raccontare la sua vita e l’esperienza artistica nel libro “Una vita da ripieno – Cronache dall’interno del Gabibbo”. Qualche mese fa l’artista aveva presentato un secondo lavoro, una raccolta di fiabe intitolata “Belandi, che storie! Tre mega avventure nel mondo dei besughi”.

Oltre al lavoro di mimo a “Striscia la Notizia”, Gero realizzava quadri con smalti ad acqua e in gommapiuma. Malato già da tempo, nell’ultimo periodo Caldarelli si era alternato nei panni del Gabibbo con l’allievo Rocco Gaudimonte.

“Era un uomo che amava il suo lavoro, per lui il Gabibbo, Striscia la Notizia, erano tutto – ha raccontato Maurizio Nichetti, che con lui aveva creato la compagnia di mimo -. Aveva una passione incredibile. Quando ci siamo visti la settimana scorsa a Milano mi disse che a settembre sarebbe tornato a lavorare e io gli dicevo ‘Gero, stai tranquillo, non ci pensare adesso’, ma lui non pensava ad altro: ‘Se torno al lavoro vuol dire che sto meglio e quindi non vedo l’ora di tornarci’. È un vero peccato che sia andata così”.

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