Fonte: Ansa

Papa Leone XIV, il gioco 'profetico' che amava fare da bambino: cosa gli dicevano i fratelli

I fratelli lo prendevano in giro, ma lui sembrava sapere già chi sarebbe diventato.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Quando il nome di Robert Francis Prevost è risuonato in Piazza San Pietro come nuovo pontefice, molti nel mondo si sono chiesti chi fosse davvero il primo papa americano della storia. Ma per i suoi fratelli, Louis e John, la sorpresa è stata accompagnata da un déjà vu: loro quel momento, in fondo, l’avevano già visto. In salotto, da bambini, tra una tovaglia e un’asse da stiro trasformata in altare per giocare.

La “messa” del piccolo Robert: un gioco preso sul serio

Le dichiarazioni dei due fratelli di Papa Leone XIV sono state raccolte da alcune reti locali americane. John Prevost ha ricordato con affetto e stupore le abitudini del fratellino. Mentre lui e gli altri fratelli giocavano alla guerra, Robert allestiva piccole celebrazioni liturgiche casalinghe. Conosceva le preghiere, anche in latino, e riproduceva con grande precisione i gesti del sacerdote. “Non era una recita”, sottolinea John, “era qualcosa che sentiva davvero”.

“Diventerai papa!”: il soprannome che era una profezia

Louis ha raccontato che da bambini prendevano spesso in giro il fratello per quella sua inclinazione tanto insolita. “Gli dicevamo: ‘Sarai papa un giorno!’” ha ricordato con un sorriso. Un modo per prenderlo bonariamente in giro, certo, ma anche un riconoscimento inconsapevole della sua vocazione. Anni dopo, quando Robert è entrato in seminario, hanno iniziato a capire che forse quel destino da pontefice non era poi così inverosimile.

L’elezione e l’emozione di una famiglia

Quando la fumata bianca è apparsa sul comignolo della Cappella Sistina, Louis era a casa, sdraiato a letto. “Mia moglie ha urlato ‘fumata bianca!’ e ho acceso la TV. Quando ho sentito il nome ho avuto bisogno di restare seduto, ero sconvolto”. L’annuncio del cognome “Prevost” davanti a milioni di persone ha lasciato la famiglia senza parole. Un’emozione enorme, mista a incredulità.

Un pontefice con un lungo cammino alle spalle

Papa Leone XIV ha già attraversato il mondo in lungo e in largo grazie ai suoi incarichi missionari e pastorali. Una traiettoria che ha costruito passo dopo passo, a partire proprio da quell’infanzia fatta di spiritualità autentica. Per i suoi fratelli, quella vocazione è sempre stata sotto gli occhi di tutti: “Non ha mai smesso di essere quel bambino davanti a un altare improvvisato. Solo che ora l’altare è quello di San Pietro”.

Dal gioco al pontificato: un percorso già scritto?

Robert Francis Prevost è nato il 14 settembre 1955 a Chicago, ed è cresciuto a Dolton, nell’Illinois. Dopo una laurea in matematica alla Villanova University, ha studiato teologia a Chicago e diritto canonico a Roma, presso l’Angelicum. È entrato nell’Ordine di Sant’Agostino e ha trascorso molti anni in missione, prima di diventare vescovo, poi cardinale, e infine papa.

La storia di Robert Prevost colpisce per la sua coerenza interiore. Nulla è stato improvvisato: ogni passo, ogni scelta, affonda le radici in una passione spirituale nata molto prima delle tonache e delle cariche ufficiali. Essere il primo papa americano, con un passato da missionario e una visione del mondo aperta e globale, rende il suo pontificato già speciale.

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