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Perchè si dice "essere ai ferri corti"

Il problema si è protratto così a lungo che, ormai, siamo ai ferri corti. Cioè, siamo allo scontro finale. Ma perché si dice così?

30 Gennaio 2017
Fonte: Pixabay

Come molte espressioni della lingua italiana, anche “essere ai ferri corti” è entrata nell’uso comune senza portarsi dietro quasi nulla del significato originario e dell’etimo. La usiamo spesso e, in generale, a proposito. Ma perché, quando dobbiamo dire che ormai si arriva al punto finale di un confronto e ci si deve giocare il tutto per tutto, diciamo che si viene “ai ferri corti”?

La battaglia è arrivata alla sua fase conclusiva. Si cammina sopra i cadaveri dei compagni e dei nemici e le forze iniziano a venire meno. Le armi più pesanti, come le spade, si sono spezzate e molti non riuscirebbero nemmeno più ad usarle, per la fatica accumulata. È in quel momento che lo scontro arriva alla distanza minima, appena prima del corpo a corpo a mani nude. Quello è il momento in cui si viene “ai ferri corti“. Perché?

Perchè si dice “essere ai ferri corti”

Perché i ferri corti sono i pugnali, le lame più leggere, quelle rimaste attaccate alla cintola anche dopo una lunga battaglia. Quelle con cui ci si butta nell’ultima parte del combattimento. Da questo significato originario, con l’espressione “essere ai ferri corti” si indicano oggi, più in generale, tutte quelle situazioni in cui si arriva allo scontro diretto, al litigio.

Dalla distanza garantita dalle spade e dal rispetto delle regole di quel genere – nobile – di combattimento, quando si passa “ai ferri corti”, di regole, non ce ne sono più. La discussione, in quel momento, non ha più alcuna cautela formale: si arriva al litigio puro e semplice, in cui non si discute, ma si grida, in cui non ci si confronta, ma ci si sfida in modo aperto.

Una curiosità. Se in italiano si dice essere “ai ferri corti”, in inglese si dice “be at loggerheads”. Nell’inglese del XVII secolo, i loggerheads erano degli utensili da cucina in acciaio, da usare come armi solo nelle situazioni disperate, quelle in cui si arriva, appunto, “ai ferri corti”.

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