Sai perché si dice "fare fiasco"?

“Fare fiasco” è un’espressione entrata nella nostra quotidianità, ma conosci le origini? Due sono le ipotesi più accreditate, ecco quali

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Avete mai pensato perché si dice “fare fiasco” per indicare un completo insuccesso, un flop, una delusione totale? Spesso sentiamo questa espressione legata ai risultati auditel di una data trasmissione o a quelli del botteghino per un film appena uscito o ancora per uno spettacolo teatrale o una serie tv che ha lasciato gli spettatori con l’amaro in bocca (a proposito ecco quelle più deludenti).

Vi abbiamo già spiegato di recente da dove deriva l’espressione “in bocca al lupo” e “essere ai ferri corti”, ora cerchiamo di capire le origini di “fare fiasco”. Dove si può trovare una boccia di quella forma se non in una vetreria? La prima ipotesi relativa a questa bizzarra espressione ha proprio a che fare con i soffiatori di vetro che, se commettono l’errore durante l’operazione, si ritroveranno con un oggetto quasi informe e per l’appunto “fiacco” piuttosto che una bottiglia dalla forma più strutturata.

Eppure c’è un altro filone che nulla a che vedere con i soffiatori di vetro, ma invece è legato al teatro (sapete perché si chiama così il teatro milanese “La Scala”?) e ad una performance piuttosto deludente da parte di Domenico Biancolelli, un attore del 1600 che recitava come Arlecchino.

Sembra che il comico, che solitamente improvvisava su oggetti di scena, una sera abbia provato a fantasticare su un fiasco: lo spettacolo fu però un disastro, le reazioni degli spettatori negative, tanto che da allora si finì per dare a questa espressione il significato attuale di cocente sconfitta.

L’origine resta comunque incerta, anche se esiste un’espressione simile in inglese, in francese e in tedesco…. E allora meglio dimenticare gli insuccessi bevendoci su: un bicchiere di vino al giorno (non un fiasco, attenzione!) toglie davvero il medico di torno!

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