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Perché si dice “Roger” per dire messaggio ricevuto?

Ecco perchè si dice "Roger": nel vecchio alfabeto fonetico in uso nell'areonautica Roger stava per la lettera R, abbreviazione di ricevuto

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Perché si dice “Roger” per dire messaggio ricevuto? Questo modo di dire deriva dal vecchio alfabeto fonetico, dove ogni lettera era identificata da una parola. In questo modo nelle comunicazioni radio, anche se disturbate, non c’era la possibilità di errori di comunicazione o di comprensione. “Roger” stava quindi per la lettera R (Charlie per la C, Mike per la M eccetera) e si usava per abbreviare “ricevuto”. La risposta “Roger” indica quindi che il messaggio è stato ricevuto correttamente e nella sua interezza. Ecco perché si dice Roger.

Da Roger a Romeo

Oggi questo tipo di alfabeto fonetico non è più in uso, ma è stato sostituito dall’ICAO, utilizzato da tutte le compagnie aeree, dove il codice per la lettera R è Romeo. Il termine Roger per indicare il ricevuto è rimasto comunque nell’uso. Le comunicazioni radiotelefoniche aeronautiche sono fortemente standardizzate, proprio per evitare ogni tipo di incomprensione e alcuni messaggi standard sono molto usati.

Fra questi appunto Roger, insieme a Over (passo) e Out (chiudo) che, nonostante quanto ci hanno insegnato film e serie tv, non si usano mai insieme (la classica frase “passo e chiudo”). Secondo il codice quando si riceve un comando si risponde Roger per dire che il messaggio è arrivato ed è stato compreso, ma alcune procedure richiedono un livello di sicurezza maggiore.

Perché ripetere messaggio al destinatario

Per essere assolutamente certi che l’interlocutore abbia ricevuto e compreso il messaggio correttamente si può chiedere un Readback. Si tratta in pratica di far ripetere il messaggio al destinatario, in modo da avere l’assoluta certezza che lo abbia capito bene o non ne abbia perso un pezzo.

Un altro dei lati positivi della fraseologia ICAO è che si tratta di codici internazionali, per cui permettono la comunicazione fra persone di lingua diversa che altrimenti non si capirebbero. L’ICAO identifica frasi standard per chiedere di ripetere il messaggio, di ignorarlo eccetera e comprende anche i cosiddetti codici IATA, che identificano tutti gli aeroporti civili internazionali.

In caso sia necessario sillabare una parola, lettera per lettera, si usa l’alfabeto apposito ICAO identico all’alfabeto fonetico NATO. Esistono dei codici standard anche per le cifre dall’uno al dieci e per indicare centinaia e migliaia. Questi termini sono molto simili ai numeri letti in inglese, ma leggermente riadattati perché siano univocamente pronunciabili e comprensibili dagli ascoltatori di ogni lingua.

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