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Le persone più intelligenti non tradiscono, chi lo fa può avere una perdita della 'salute' del cervello

Secondo una ricerca scientifica le persone che non tradiscono sono molto più intelligenti. La motivazione sarebbe legata al cervello

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Uno studio ha evidenziato un legame significativo tra intelligenza, fedeltà e salute del cervello. Mentre alcune persone possono considerare il tradimento come un comportamento comune nelle relazioni, la ricerca suggerisce che coloro con un quoziente intellettivo più elevato tendono a mantenere la fedeltà. Questo non solo favorisce relazioni più stabili e sincere, ma può anche contribuire a preservare la salute mentale e cerebrale.

Il tradimento, al contrario, è stato associato a effetti negativi sul benessere psicologico e cognitivo, sottolineando l’importanza di una condotta leale nelle interazioni personali. In questo articolo, esploreremo le ragioni per cui le persone più intelligenti scelgono di non tradire e come tale comportamento possa influenzare positivamente il cervello.

Lo studio sulla nostra mente e sull’area emotiva

Le persone intelligenti non tradiscono. A svelarlo una ricerca scientifica secondo cui la fedeltà sarebbe una caratteristica delle persone con un’intelligenza superiore. Lo studio è stato svolto dal neuroscienziato Rodolfo Llinás, che dirige il dipartimento di Psicologia e Neuroscienza all’Università di New York. Il ricercatore è considerato uno dei massimi esperti mondiali del cervello, per questo i risultati del suo studio faranno certamente discutere.

Le ricerche del professore si sono concentrate sulla mappatura della mente per individuare le aree riguardanti fedeltà, amore e felicità, individuando le reazioni e le connessioni neurologiche esistenti. Il risultato? Sembra che il cervello “attaccato” dai sentimenti, si plasmi prima in base ad essi e poi secondo la ragione.

Ciò significa che la struttura emotiva è prevalente rispetto a quella intellettuale. In sostanza le nostre azioni e le idee partono prima di tutto dalle sensazioni, solo in seguito arriva il raziocinio.

Non solo: sembra che l’area emotiva sia una delle prime a svilupparsi nel cervello. “L’amore eterno – ha spiegato Llinás – è tipico delle persone intelligenti, che strutturano e aggiustano gli standard d’azione fissi prendendo come punto di riferimento l’altro, come se fosse la propria mano, curarla è mia responsabilità e viceversa”.

La fedeltà fa risparmiare energie mentale!

La fedeltà dunque porterebbe il cervello ad un “risparmio” di energia intellettuale ed emotiva. Si tratta di un comportamento che per gli studiosi sarebbe una prerogativa delle persone intelligenti. Facendo riferimento anche a ricerche passate, l’esperto sostiene che curare un rapporto d’amore e preservarlo sarebbe un comportamento molto virtuoso, messo in atto solamente dalle persone intelligenti.

Questo perché avere una sola relazione porterebbe ad un “guadagno energetico”. Le soddisfazioni e il benessere che derivano da una storia stabile e duratura infatti sono maggiori rispetto a quelle che si possono trovare in relazioni brevi e passeggere, che provocano invece un dispendio di energia e una perdita di “salute” del cervello.

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