Egittologi scoprono la porta che conduce al "mondo dei morti"

Scopri una storia che lega il mondo dei vivi e il Regno dei Morti grazie ad una porta magica trovata dagli egittologi.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Nel 2022, un appassionante capitolo della storia dell’antico Egitto è emerso grazie al lavoro instancabile di un team di egittologi guidati dal rinomato archeologo Ahmed Zikry. La scoperta in questione, che ha sconvolto il mondo della ricerca, è stata rivelata al pubblico durante la trasmissione del documentario Tomb Hunters: Tomb of the pyramid judge su Smithsonian Channel. Ciò che rende questa scoperta così straordinaria è l’eccezionale stato di conservazione di una porta misteriosa all’interno di una tomba dell’Antico Regno, che sembra fungere da collegamento tra i vivi e i morti: la cosiddetta “Porta del Regno dei Morti“.

La “Porta del Regno dei Morti” trovata in Egitto: la verità

L’Antico Regno, risalente a un periodo ancor più remoto di quanto comunemente si pensi riguardo all’Antico Egitto, si colloca approssimativamente 1.000 anni prima della nascita di faraoni rimasti nell’immaginario collettivo come Tutankhamon. Questo significa che la “Porta del Regno dei Morti” rappresenta un tesoro storico di inestimabile valore, capace di gettare nuova luce sulle credenze e le pratiche spirituali dell’epoca.

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Al centro di una tomba, i ricercatori hanno rinvenuto una serie di iscrizioni incise su un pannello noto come “falsa porta“. Questa “falsa porta” era considerata dai riti e dalle credenze dell’Antico Egitto come una sorta di passaggio magico verso l’aldilà. Era il luogo in cui si credeva che il Ba, l’anima dell’individuo, potesse compiere il suo viaggio tra i mondi dei vivi e dei morti. In breve, essa rappresentava la porta della libertà per l’anima, consentendole di attraversare la soglia tra la vita terrena e quella ultraterrena.

Tutto quello che c’è da sapere sulla “Porta del Regno dei Morti”

Un aspetto ancora più affascinante di questa scoperta è dato dalla capacità del team di ricerca di identificare il proprietario della tomba: un uomo di nome Pinmos. La presenza del titolo “conoscente reale” nella sua iscrizione indica che egli era un confidente di rango elevato del sovrano dell’Antico Regno. Questo titolo era riservato solo a coloro che godevano di una stretta confidenza con il faraone e facevano parte della sua cerchia più intima, ricoprendo spesso ruoli di consiglieri, ministri o funzionari governativi di alto rango. Nell’Antico Regno, gli Egizi consideravano i faraoni come detentori di potere e ricchezza illimitati, e stringere amicizia con loro era visto come un vantaggio per la vita nell’aldilà, oltre che per quella terrena.

Duat, il Regno dei Morti dell’antico Egitto

Le credenze religiose dell’Antico Egitto giocavano un ruolo fondamentale nella vita quotidiana, e una parte cruciale di questa fede era la fede dell’esistenza di un luogo chiamato Duat, il Regno dei Morti. Duat era governato dal dio Osiride, la divinità che simboleggiava la rinascita e la vita dopo la morte. Gli antichi Egizi vivevano ogni momento della loro esistenza in attesa dell’oltretomba, che influenzava profondamente il loro comportamento e le loro azioni. Dopo la morte, si credeva che lo spirito attraversasse Duat per raggiungere Osiride e iniziare una nuova fase di esistenza spirituale.

Le raffigurazioni di Duat e dei portali verso l’aldilà sono piuttosto comuni nelle tombe dell’Antico Egitto, a sottolineare l’importanza che questi antichi popoli attribuivano al passaggio dall’aldilà e alla vita eterna.

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