Scoperto libro magico di 3500 anni che porta al "mondo dei morti"

È stato ritrovato un rotolo di pergamena di 3500 anni fa che contiene incantesimi per l'aldilà. È il magico "Libro dei morti" degli antichi egizi.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Sapevate che esiste una sorta di “Libro dei morti” proveniente dall’antico Egitto insieme ad alcune mummie e ad altri elementi d’interesse archeologico? E che si tratta di una meravigliosa scoperta per l’umanità intera? Andiamo a scoprire insieme il perché.

Libro dei morti dell’Antico Egitto ritrovato dagli archeologi: che cos’è?

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Nel cimitero di Tuna al-Gebel, situato nel cuore dell’Egitto centrale, un gruppo di archeologi ha fatto una scoperta straordinaria che potrebbe essere in grado di gettare nuova luce sulle antiche credenze e tradizioni della civiltà egizia riguardo alla vita dopo la morte. In mezzo a una serie di eccezionali reperti, è stato rinvenuto un antico rotolo di pergamena, lungo tra i 13 e i 15 metri, contenente una serie di incantesimi e istruzioni intricate per guidare le anime defunte verso il “mondo dei morti”.

Il “Libro dei Morti“, come è stato soprannominato, costituiva una parte vitale della pratica funeraria nell’antico Egitto, al punto che si pensa che agisse come una sorta di “assicurazione di viaggio” per il defunto. Una vera e propria guida per muoversi nel regno dell’aldilà. Tuttavia, ciò che rende questo ritrovamento ancora più straordinario è il fatto che il rotolo è stato scoperto nella stessa tomba in cui è stato sepolto il defunto suo proprietario, un evento piuttosto raro nel mondo dell’archeologia.

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Trovate anche Mummie e vasi di alabastro

Questa scoperta si è aggiunta a una serie di altre preziose reliquie, inclusi sarcofagi di pietra accuratamente decorati che contenevano delle mummie, presumibilmente di antichi funzionari di alto rango. Accanto alle mummie, gli archeologi hanno portato alla luce una collezione di rari vasi canopi di alabastro, utilizzati per conservare gli organi essenziali durante il processo di mummificazione, insieme a numerosissimi amuleti, ciascuno dei quali potrebbe conservare una sua storia e un suo significato simbolico.

A cosa serviva il libro magico di 3.500 anni fa?

Sebbene la scoperta di una copia del “Libro dei Morti” non sia insolita, come abbiamo già accennato, il fatto di trovarne una all’interno della tomba è una rivelazione con ben pochi precedenti. Questi rotoli, spesso realizzati direttamente per il defunto, erano considerati di fondamentale importanza per garantire un passaggio sicuro e agevole verso l’oltretomba.

Era pratica comune inserire il proprio nome nel testo per garantirne l’efficacia, e le persone più ricche potevano persino personalizzare gli incantesimi inclusi, rendendo così ogni pergamena unica nel suo genere.

Le tradizioni della sepoltura nell’antico Egitto

Nell’antico Egitto, la pratica della sepoltura era una delle componenti fondamentali della fede della popolazione, a partire dal Faraone fino ai più poveri. Per garantire un passaggio sicuro verso la vita dopo la morte, si credeva fermamente nella mummificazione come mezzo per preservare il corpo e consentire all’anima di abitare in eterno nell’involucro corporeo imbalsamato.

Oltre alla mummificazione, ai defunti veniva fornito tutto ciò che poteva essere loro utile nell’aldilà. Inoltre, venivano condotti elaborati rituali funebri, considerati fondamentali per assicurare un passaggio senza intoppi nel regno degli dei.

Parte integrante di questo processo erano i speciali vasi canopi, contenitori che custodivano con cura gli organi interni dei defunti. Intestini, stomaco, fegato e polmoni venivano posizionati con devozione in vasi separati, all’interno della tomba, accanto alla bara.

Allo scopo di facilitare il riconoscimento del proprio corpo nell’aldilà, veniva posta sulla testa della mummia una maschera mortuaria. Queste maschere, veri e propri ritratti idealizzati dei defunti, erano pensate per assistere lo spirito nella transizione verso il mondo degli dei, offrendo un punto di riferimento tangibile nel regno ultraterreno.

La sepoltura comprendeva anche una vasta gamma di suppellettili funerarie, che includevano amuleti, figurine rituali e persino un modellino di barca destinato a facilitare il trasporto del defunto nell’aldilà. Immagini e testi rituali venivano accuratamente posti accanto al corpo o utilizzati per adornare le pareti delle tombe, simboleggiando la continuità della vita e la protezione divina nel viaggio verso l’aldilà.

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