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Quanti anni vive un gatto domestico rispetto a uno randagio?

Vuoi sapere quanti anni vive un gatto domestico e uno randagio? Vediamo insieme l'aspettativa di vita dei gatti

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

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I gatti sono, insieme ai cani, gli animali domestici più gettonati nelle case. Un amico a 4 zampe è un’ottima compagnia all’interno di un nucleo familiare, ancor più quando i padroni sono persone anziane e sole. Si può parlare proprio di compagni di vita, perché la loro esistenza è piuttosto lunga.

Ma sai quanto vive un gatto domestico rispetto a uno randagio? Ovviamente quello domestico è avvantaggiato dal fatto di ricevere più cure e attenzioni rispetto ai gattini randagi e questo sicuramente contribuisce sull’aspettativa di vita.

In media la vita dei gatti si aggira intorno ai 15-20 anni. Non esiste una formula matematica per stabilire con esattezza quanto un felino vivrà, ma va da sé che più un animale riceve attenzioni e cure più è probabile che conduca un’esistenza serena e in salute e, quindi, presumibilmente longeva.

Diversi sono i fattori che incidono sulla durata media di vita di un gatto, a partire dalla razza. Un felino di razza, infatti, è selezionato per avere determinate caratteristiche specifiche, come colore degli occhi, manto e forma ma, allo stesso tempo, può portarsi dietro anche caratteristiche che lo rendono più soggetto a sviluppare alcune malattie una volta raggiunta una certa età.

Per questo motivo spesso e volentieri la vita media di un gatto meticcio è ben più lunga rispetto a quella di un gatto di razza.

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Quanto vive un gatto domestico?

Si accennava prima a una serie di elementi che concorrono a favorire la longevità di un gatto:

  • l’ambiente in cui vive;
  • l’alimentazione;
  • le cure mediche che riceve.

Un gatto domestico, in particolare, ha un’aspettativa di vita che si aggira intorno ai dodici anni, ma può arrivare fino ai quindici o anche ai venti.

È innegabile che rispetto a un gatto randagio quello che vive nelle nostre case conduca una vita più agiata, circostanza questa che aumenta la sua aspettativa di vita. Per quel che riguarda il capitolo alimentazione, esso mangia più di una volta al giorno e ha sempre a sua disposizione una ciotola con acqua fresca e pulita.

Come se non bastasse è meno esposto a incidenti e quando sta male viene fatto visitare da un veterinario che gli somministra antibiotici o farmaci, in base alla patologia riscontrata.

Non da ultimo, il gatto domestico viene sottoposto ad una serie di vaccini che sono fondamentali per proteggere il suo organismo dall’insorgenza di patologie gravi o di difficile guarigione.

Benché sia sempre sotto i nostri occhi e tra i nostri piedi, la crescita del gatto domestico può sembrare che ci sfugga di mano: un giorno è ancora cucciolo e qualche giorno dopo ci sembra già molto cresciuto.

Le fasi di vita di un gatto

Ma quali sono le fasi di vita di un micio?

  • Fase gattino: da zero a 6 mesi.
  • Fase gatto giovane: dai sei mesi ai due anni.
  • Fase gatto nel fiore degli anni: dai tre ai sei anni.
  • Fase gatto maturo: dai sette ai dieci anni.
  • Fase gatto anziano: dagli undici ai quattordici anni.
  • Fase gatto geriatrico: dai quindici anni in su.

La prima è la fase di crescita più rapida. La sua fisionomia passa in men che non si dica da quella di un gattino a quella di un gatto giovane e scattante.

Di pari passo cresce anche la sua voglia di esplorare e giocare. La seconda fase è quella durante la quale il micio completa la sua crescita sia muscolare che caratteriale. Non è raro, infatti, che in questo frangente cambi il suo comportamento.

Dai tre ai sei anni è nel fiore dei suoi anni. È esattamente in questo momento che si trasforma in un “latin lover” perché è giovane, snello e il suo pelo è morbido e lucente. Anche il gatto maturo condivide sostanzialmente le stesse caratteristiche di quello nel fiore degli anni.

Dai 10 anni in su, invece, il gatto diventa anziano ed è più raro che abbia così tanta voglia di giocare, anche perché potrebbero insorgere patologie fastidiose come l’artrite.

Come calcolare l’età del tuo gatto?

Tutti hanno sentito dire, almeno una volta, che per calcolare l’età “umana” di un gatto basta moltiplicare per 7 ogni suo anno. Una formula semplice che resta facilmente in testa, ma che non corrisponde alla realtà. Si tratta di un falso mito nato negli anni ’50 basato sulla statistica secondo cui gli esseri umani vivevano circa 70 anni e gli animali domestici 10.

A dirla tutta, però, è una scelta mirata a salvaguardare il benessere animale. Ciò vuol dire che si voleva rendere consapevoli le persone che cani e gatti invecchiano rapidamente e quindi incoraggiare i proprietari a portare gli animali domestici dal veterinario almeno una volta all’anno.

Scopo nobile sicuramente, ma il vero schema da tenere a mente per calcolare gli anni di un gatto è un altro. Il primo anno corrisponde a 15 anni umani, il secondo a 24 anni e ogni anno successivo si moltiplica per 4. Un gatto di 4 anni, ad esempio, avrà circa 32 anni umani.

Quanto vive un gatto randagio?

Il gatto randagio come si diceva già prima ha un’aspettativa di vita più bassa, tra i 4 e gli 8 anni.

Il motivo è presto detto:

  • alimentazione non all’altezza delle necessità dell’animale;
  • le condizioni climatiche in cui si trova a vivere soprattutto in inverno;
  • i continui pericoli a cui è esposto;
  • la probabilità purtroppo alta di contrarre malattie.

Come un gatto vivere più a lungo?

Vediamo dunque nel dettaglio gli aspetti a cui fare attenzione affinché un gatto abbia una vita il più possibile lunga.

  • Alimentazione: La dieta è essenziale per fare in modo che il gatto goda di buona salute e abbia una vita attiva. L’alimentazione di cui ha bisogno è caratterizzata dall’equilibrio. Sarebbe quindi meglio farsi consigliare dal veterinario di fiducia, e adattare la dieta del felino alle varie fasi della sua vita.
  • Castrazione o sterilizzazione: Se il felino ha accesso all’ambiente esterno, la castrazione e la sterilizzazione si rivelano vantaggiosi. Questo perché si può proteggere il gatto da malattie sessualmente trasmissibili, evitare accoppiamenti e ridurre il rischio di lotte con altri maschi. Le femmine invece evitano gravidanze non desiderate.
  • Vaccinazioni: Il gatto necessita di alcune vaccinazioni specifiche, come la trivalente e la vaccinazione contro la leucemia felina.
  • Qualità del sonno: non solo l’uomo, ma anche il gatto ha bisogno di dormire bene. La qualità del sonno gli garantisce le giuste energie al risveglio.
  • Controllo dei parassiti: Sottoporre il gatto con regolarità alla profilassi contro i parassiti serve a mantenerlo in salute. Le zecche e le pulci infatti si nutrono del sangue dell’animale e sono in grado di trasmettere patologie.

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