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Sambuco o Sambuchello? Se sbagli, puoi avvelenarti: scopri come distinguerli

Scoprire il sambuco durante una passeggiata in campagna può sembrare un dono della natura, ma attenzione ai suoi sosia velenosi: imparare a riconoscerli è fondamentale per evitare brutte sorprese.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

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Una semplice passeggiata in campagna può rivelarsi un’esperienza meravigliosa, rigenerante e persino… educativa. Ma può anche trasformarsi in un rischio se non si conoscono le piante che ci circondano. Infatti sono diverse le persone che sui social raccontano di aver quasi scambiato il sambuco per il suo sosia velenoso. E state pur certi che da quel giorno hanno imparato a riconoscerli senza esitazioni. Ecco  perché dovresti saperlo anche tu.

Sambucus nigra: l’amico profumato

Il vero sambuco, quello buono, si chiama Sambucus nigra. È un arbusto alto e maestoso che può superare i 7 metri di altezza. In primavera, si fa notare per i suoi fiori bianchi e profumati, riuniti in ampi ombrelli pendenti che sembrano inchinarsi al tuo passaggio.

In estate, al posto dei fiori compaiono grappoli di bacche nero-violacee, succose e pendenti anch’esse. Sono queste le parti più utilizzate in cucina, ma attenzione: solo dopo la cottura, che elimina le sostanze tossiche presenti in forma cruda.

Il sambuchello (Sambucus ebulus): il falso amico

Poi c’è lui, il sambuchello, noto anche come ebbio o erba dei dispetti. È una specie completamente diversa: non supera il metro e mezzo, ha un fusto erbaceo e i suoi fiori bianchi hanno sfumature violacee, ma soprattutto stanno rigidi e rivolti verso l’alto, quasi volessero metterti in guardia.

I suoi frutti, apparentemente simili a quelli del sambuco, non sono commestibili nemmeno da cotti. Ogni sua parte è tossica, e i disturbi gastrointestinali che provoca sono tutt’altro che piacevoli.

Come riconoscerli

Ecco qualche trucco facile per evitare errori:

  • Fiori pendenti? Sì, è sambuco.
  • Fiori eretti? No, è sambuchello.
  • Arbusto alto? Probabilmente sambuco.
  • Pianta bassa? Meglio lasciar perdere.
  • Frutti rivolti verso il basso e ben maturi? Ok.
  • Frutti dritti e precoci? Attenzione.

Per aiutarci nella distinzione, facciamo nostra una lezione che proviene dalle nostre nonne: “I fiori del sambuco devono pendere come lampadari, non stare dritti come soldatini.” Una lezione che vale oro.

La raccolta sicura

Se vuoi raccogliere il sambuco in sicurezza, tieni a mente queste regole:

  • I fiori si raccolgono a fine primavera, quando sono completamente aperti e profumati.
  • Le bacche vanno raccolte solo quando sono completamente nere, mai verdi o rosse.
  • Scrolla delicatamente i fiori per liberarti degli insetti e utilizza solo quelli freschi.
  • Mai consumare crudo: cottura sempre, anche per fiori e bacche.

Gli usi in cucina

Il sambuco può essere utilizzato in diverse ricette in cucina. Eccone alcune da provare:

  • Lo sciroppo di fiori è delizioso, rinfrescante d’estate e lenitivo d’inverno.
  • Le marmellate di bacche hanno un gusto intenso e si abbinano benissimo a formaggi stagionati.
  • Le frittelle di fiori in pastella sono una chicca di primavera che conquista grandi e piccoli.

Il sambuchello, invece, non ha alcun uso culinario. La sua fama di “pianta ingannatrice” è meritata: cresce spesso vicino al sambuco, come a voler confondere chi non è esperto.

La natura parla, se sai ascoltarla

Passeggiare in campagna è un’esperienza magnifica, ma anche un atto di responsabilità. Osservare, riconoscere, rispettare: sono queste le chiavi per vivere la natura in sicurezza. Se hai dei dubbi, non raccogliere, chiedi sempre il parere di un esperto botanico o di un erborista.

Ricorda: tra una deliziosa marmellata e una brutta esperienza intestinale c’è solo una sottile differenza floreale.

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