Dimenticate asteroidi, invasioni aliene o rivolte dei robot: la fine definitiva potrebbe arrivare dal cuore stesso del cosmo. Secondo una nuova ricerca condotta da scienziati della Cornell University, l’universo potrebbe collassare su sé stesso in un evento catastrofico chiamato Big Crunch.
Questa teoria, una delle ipotesi più inquietanti sulla sorte dell’universo, suggerisce che dopo miliardi di anni di espansione, il cosmo inizierà a contrarsi, invertendo il processo iniziato con il Big Bang, circa 13,8 miliardi di anni fa.
- Cos'è il Big Crunch?
- Il ruolo dell’energia oscura
- Quando accadrà?
- Ci accorgeremo dell’inizio?
- E il nostro sistema solare?
- Un destino inevitabile?
Cos’è il Big Crunch?
Il Big Crunch è l’opposto del Big Bang: invece di espandersi, lo spazio inizierà a comprimersi, le galassie si avvicineranno, le temperature saliranno alle stelle e tutta la materia si ridurrà a una singolarità infinitamente densa, esattamente come prima dell’inizio del tempo.
Durante questa fase finale:
- Lo spazio si surriscalderà progressivamente.
- Le stelle e i pianeti verranno distrutti, compressi in un “inferno cosmico”.
- I buchi neri saranno gli ultimi a sopravvivere, nutrendosi della materia ultra-densa fino al collasso totale.
Il ruolo dell’energia oscura
Il destino dell’universo dipende in gran parte da una forza misteriosa: l’energia oscura. Fino a oggi si è pensato che questa forza, responsabile dell’espansione accelerata del cosmo, fosse costante. Ma nuovi dati suggeriscono il contrario: l’Energia oscura potrebbe stare diminuendo.
Se questo calo continua, sarà la cosiddetta costante cosmologica negativa a prendere il sopravvento, invertendo la spinta espansiva e dando inizio al collasso.
Quando accadrà?
Secondo i calcoli dei professori Henry Tye, Hoang Nhan Luu e Ethan Yu-Cheng, il Big Crunch inizierà tra circa 11 miliardi di anni. La fase di contrazione durerà circa 8,5 miliardi di anni, portando alla fine totale dell’universo fra circa 19,5 miliardi di anni da oggi.
Per contestualizzare: l’universo ha attualmente 13,8 miliardi di anni. Quindi, siamo poco oltre la metà del suo ciclo vitale.
Ci accorgeremo dell’inizio?
Probabilmente no. Secondo gli scienziati, i primi segnali saranno impercettibili per civiltà come la nostra. Il processo inizierà in modo estremamente lento, su scale temporali e spaziali enormi. Solo in tempi molto avanzati gli astronomi noteranno che le galassie smetteranno di allontanarsi e inizieranno a muoversi l’una verso l’altra.
Con l’avanzare del collasso:
- Le temperature cosmiche aumenteranno.
- L’universo diventerà caldo come la superficie del Sole.
- Tutto si trasformerà in un brodo primordiale di particelle fondamentali.
- Alla fine, la temperatura raggiungerà quella di Planck, la più alta concepita dalla fisica.
E il nostro sistema solare?
Anche se il Big Crunch è lontanissimo nel tempo, la fine del Sole arriverà molto prima. Entro 5 miliardi di anni, la nostra stella esaurirà il carburante e si espanderà in un gigante rosso, inghiottendo Mercurio, Venere e probabilmente anche la Terra. Dopo di che, si trasformerà in una nana bianca.
Se l’umanità vorrà sopravvivere, dovrà emigrare verso i confini del sistema solare… o oltre.
Un destino inevitabile?
Il Big Crunch non è l’unica teoria sulla fine dell’universo: altri modelli prevedono una morte termica (Big Freeze) o una disintegrazione atomica (Big Rip). Tuttavia, la nuova mappa dell’universo e le misurazioni sull’Energia Oscura danno nuova forza all’ipotesi del collasso finale.
Certo, potrebbe sembrare rassicurante sapere che abbiamo ancora miliardi di anni davanti. Ma, come ricordano gli stessi scienziati, l’umanità difficilmente sarà ancora in giro per assistere al gran finale.