Svelata l’identità di Elena Ferrante: è Anita Raja. L’editore s’infuria

Un'inchiesta del Sole 24 Ore svela l’identità di Elena Ferrante, autrice de L’Amica Geniale: è Anita Raja, moglie di Starnone. Il suo editore: "Assediata come una criminale"

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Alla fine, dopo mesi e mesi di illazioni , è stata svelata l’identità di Elena Ferrante, una delle autrici italiane più lette e degli ultimi anni, fortunata ideatrice della tetralogia de “L’Amica Geniale“, che fatto lievitare gli incassi della case editrice E/O di Sandra Ozzola e Sandro Ferri.

Si tratterebbe, svela il Domenicale del Sole 24 Ore, di Anita Raja, 63enne traduttrice partenopea, figlia di un’ebrea di origine polacca sfuggita all’Olocausto e trasferitasi a Napoli e moglie dello scrittore Domenico Starnone.

Scoprirlo, non è stato poi così difficile. È bastato dare un occhiata agli introiti registrati dalla casa editrice in questi ultimi tre anni e quelli delle stessa Raja, ufficialmente semplice traduttrice che lavora come freelance per la casa editrice. E che invece ha visto aumentare i suoi incassi del 150 per cento.

L’inchiesta dettagliata è stata condotta dal Sole 24 Ore insieme insieme con la tedesca Faz, la New York Review of Books e i giornalisti francesi di Mediapart.

Fino ad oggi di Elena Ferrante non si sapeva nulla, né la si era mai vista dal vivo o in foto. Si sapeva solo, per sua stessa ammissione, che era nata a Napoli. Anche se la scrittrice aveva concesso innumerevoli interviste mediate dalla casa editrice e scrivendo un volume sedicentemente autobiografico, La Frantumaglia.

Finora, dalla diretta interessata, nessun commento. Il Sole 24 Ore ha lasciato messaggi al cellulare di Domenico Starnone e del fratello di Anita Raja elencando le prove trovate e le conclusioni a cui sono giunti. Ma la traduttrice non ha mai risposto.

In compenso l’editore Sandro Ferri di è sfogato, dopo la pubblicazione dell’articolo

Trovo disgustoso il giornalismo che indaga nella privacy e tratta le scrittrici come camorriste. Adesso si finisce anche per guardare nei conti

Ferri è infuriato perché questa volta l’ipotesi non poggia su basi letterarie, ma su compensi professionali e visure catastali. La vecchia tecnica del follow the money, solo applicata a un’autrice che ha scelto di rimanere anonima

Ferri non ci sta:

È un assedio senza tregua, una mancanza di rispetto nei confronti di una persona che non vuole apparire. Ai suoi lettori, alla nostra autrice e a tutti coloro che le hanno espresso solidarietà, va tutto il nostro impegno quotidiano e la nostra gratitudine

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