Fonte: Immagine tratta da TikTok, utilizzata ai sensi del diritto di cronaca

Questo "telefono trasparente" è diventato virale, ma non è quello che pensi

Una ragazza lo usa in fila come se fosse un iPhone, ma quello che tiene in mano ha spiazzato tutti.

Pubblicato:

Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

Content Specialist

Content writer, video editor e fotografa, ha conseguito un Master in Digital & Social Media Marketing. Scrive articoli in ottica SEO e realizza contenuti per social media, con focus su Costume & Società, Moda e Bellezza.

Sui social è bastata una manciata di secondi per far esplodere la curiosità: una donna in fila, immersa nello scroll del suo “telefono”, ha attirato l’attenzione di milioni di utenti. Ma non per ciò che faceva, bensì per l’oggetto che stringeva tra le mani. Un dispositivo dall’aspetto cristallino, simile a un iPhone ma… completamente trasparente. L’immagine ha fatto rapidamente il giro del web. “scusate, ma che diavolo è quella roba?”, ha scritto un utente su X, dando il via a una raffica di commenti, teorie e meme. Alcuni hanno addirittura suggerito che si trattasse di un nuovo modello di Nokia dal prezzo esorbitante, oltre le 30.000 sterline. Ma la verità è decisamente più surreale – e filosofica.

Non è uno smartphone, è un “methaphone”

A spiegare l’enigma è stata la stessa protagonista del video virale: si chiama Cat, e ha raccontato che quello che teneva in mano non era affatto un vero telefono, ma un semplice oggetto di acrilico trasparente, soprannominato methaphone. Nessuna funzione, nessun display, nessuna app. Solo un pezzo di plastica pensato per “simulare” la sensazione di tenere uno smartphone.

L’idea nasce da una riflessione profonda: secondo Cat, il methaphone è una risposta simbolica alla dipendenza collettiva dalla tecnologia. “È come un artefatto fisico che riflette la nostra tensione condivisa”, ha dichiarato, “ci mostra come i dispositivi, pensati per connetterci, in realtà spesso ci allontanino dal mondo reale”.

Geniale o assurdo?

L’oggetto ha diviso il pubblico. Su TikTok, in molti hanno ironizzato: “Quindi è solo vetro e ci vogliono vendere l’idea come se fosse una trovata esistenziale?”, ha scritto un utente. Altri hanno aggiunto: “Non siamo dipendenti dal tenere il telefono… siamo dipendenti da quello che c’è dentro: le app, le notifiche, i social”.

Eppure, nel mare del sarcasmo online, c’è anche chi ha colto la provocazione. Perché il methaphone, al netto del suo aspetto “inutile”, solleva un interrogativo reale: quanto siamo diventati legati al gesto, al rituale fisico del controllare compulsivamente un dispositivo?

Il problema della dipendenza tecnologica

L’episodio ha riacceso il dibattito sulla cosiddetta phone addiction, ovvero la dipendenza comportamentale da smartphone. Secondo la psicologa clinica Marianne Trent, intervistata da Metro, la situazione è particolarmente preoccupante tra i più giovani, i cui cervelli sono ancora in fase di sviluppo. “Il rischio – ha spiegato – è che l’uso eccessivo dei dispositivi interferisca con la regolazione delle emozioni, l’attenzione e il controllo degli impulsi”. Uno studio in corso all’Università di Oxford sta indagando proprio il possibile legame tra uso intensivo dello smartphone e l’aumento dei disturbi psicologici tra adolescenti e preadolescenti.

Un oggetto inutile o un simbolo potente?

Il methaphone non offre alcuna funzionalità pratica. Non telefona, non connette a internet, non vibra. Eppure ha raggiunto milioni di visualizzazioni. Paradossalmente, è proprio questa sua inutilità a renderlo un oggetto potente. In un’epoca in cui ci sentiamo “nudi” senza telefono in mano, un pezzo di vetro trasparente diventa uno specchio: ci obbliga a chiederci perché abbiamo bisogno di qualcosa da tenere tra le mani e su cui fisare il nostro sguardo, la nostra attenzione?

In un mondo sovraccarico di stimoli digitali, il methaphone potrebbe non risolvere nulla. Ma ha il merito di mettere a fuoco un problema che molti ignorano o sottovalutano. Non è un vero telefono, certo. Ma è forse proprio questo il punto: non ci serve un altro dispositivo. Ci serve smettere di cercarlo.

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