TikTok ci legge nel pensiero?

Tutto è mirato a tenere l'utente incollato allo schermo e non farlo uscire dall'app

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Chi spende del tempo su TikTok, ma in realtà lo stesso discorso si può applicare anche ad altri social network, lo sa bene: la piattaforma sembra conoscerci molto bene, al punto che ci consiglia sempre video in linea con i nostri gusti. Il risultato è che diventiamo dipendenti dal flusso che si genera sul nostro schermo e non riusciamo a staccarci dallo smartphone. Ciò vuol dire che TikTok sa leggerci nel pensiero? In un certo senso sì, e lo ha ben spiegato Ben Smith sul New York Times basandosi su un documento dell’azienda cinese.

L’algoritmo di TikTok sa tante cose su di noi: sa quali temi ci appassionano, quali sono le corde giuste da toccare e gli stati d’animo che ci attraversano. Ora siamo noi a sapere qualcosa su di lui, o meglio sul suo funzionamento. Questo, come detto, grazie al giornalista Ben Smith che è entrato in possesso di un documento prodotto dal team di ingegneri di TikTok a Pechino.

Come riporta Corriere.it tutto parte da quattro obiettivi che il team di TikTok si è dato: valore per l’utente, valore per l’utente a lungo termine, valore per il creator e valore della piattaforma. Ed è su questi che si concentra lo sforzo di chi perfeziona l’algoritmo per renderlo più performante, e quindi in grado di aumentare il valore che l’app ha per ciascun utente, dando così l’impressione di riuscire a leggere la natura umana.

Il sistema di video consigliati si basa su “Mi piace” e commenti, condivisioni, ma anche tempo di visualizzazione di un video. TikTok fa affidamento su quanto tempo un utente trascorre davanti a ogni singolo video, per poi ricalibrare l’elenco dei filmati proposti con lo scopo di indirizzare l’utente verso quelli che eviteranno con maggiore probabilità l’uscita dall’app. Tutto è finalizzato a tenere le persone incollate al social, a renderle dipendenti.

Guillaume Chaslot, fondatore del gruppo Algo Transparency (che ha studiato il sistema di raccomandazione di YouTube) ha esaminato il documento su richiesta di Smith. “Questo sistema significa che il tempo di visualizzazione è fondamentale. L’algoritmo cerca di rendere le persone dipendenti piuttosto che dare loro ciò che vogliono veramente”, ha spiegato, aggiungendo una riflessione sui più piccoli: “Con ogni video che un bambino guarda, TikTok ottiene un’informazione su di lui. In poche ore, l’algoritmo può rilevare i suoi gusti musicali, la sua attrazione fisica, se è depresso, se potrebbe essere drogato e molte altre informazioni sensibili. C’è un alto rischio che alcune di queste informazioni vengano usate contro di lui. Potrebbe essere potenzialmente utilizzato per micro-mirarlo o renderlo più dipendente dalla piattaforma”.

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