Uno dei tumori che spesso si fatica a diagnosticare è quello che colpisce il tratto dell’esofago, e la ricerca continua a essere fondamentale per poter riconoscere sempre più velocemente tale male. I sintomi, infatti, sono facilmente confondibili con quelli di altre patologie meno severe, così il rischio è quello di sottovalutare il proprio stato e rimanere in attesa di un miglioramento che però non avviene. La diagnosi precoce, del resto, è la chiave per poter intervenire in modo efficace aumentando così anche le possibilità di guarigione.

Ad oggi, grazie alla ricerca scientifica, è possibile davvero condurre non solo una vita dalla qualità più che accettabile ma anche sconfiggere totalmente i tumori. Nel caso di quello all’esofago, i dati lo pongono alla posizione 14 tra i tipi di cancro più comuni nella popolazione adulta, con oltre 9mila casi all’anno (i numeri sono forniti dal ‘Cancer Reasearch UK’, come riporta il sito green.me). E il numero di decessi è ancora altissimo, circa 8mila ogni anno.

Proseguendo con i numeri, freddi ma quanto mai esplicativi, il tumore esofageo è diffuso prevalentemente in soggetti sopra i 75 anni di età e colpisce per lo più gli uomini. La notizia positiva, però, è data dal fatto che quando viene riconosciuto e curato nel tempo, più della metà dei malati sopravvive oltre i cinque anni dal momento della diagnosi. Questo quadro ci conferma, ancora una volta, quanto prevenzione e precocità diagnostica siano essenziali per un paziente.

Ma come riconoscere il tumore all’esofago? NHS fornisce un elenco piuttosto esaustivo della sintomatologia, partendo dai sintomi più comuni. Tra questi ci sono disfagia, ovvero fatica a deglutire spesso accompagnata da bruciore o dolore, reflusso acido frequente, malessere e senso di stanchezza generale. Altri problemi connessi a un eventuale cancro esofageo sono, poi, nausea, fiato corto, tosse continua, mancanza di appetito e perdita di peso importante.