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Vacanze a rischio? Crescono i casi di infezione da batterio mangiacarne: i numeri spaventano

Il batterio Vibrio vulnificus torna a minacciare le spiagge: cresce l’allarme con il caldo, tra infezioni fulminanti e rischi letali in sole 48 ore

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Il mare è un luogo di relax e divertimento, ma nasconde anche insidie spesso sottovalutate. L’aumento delle temperature globali e dei fenomeni climatici estremi sta favorendo la diffusione di minacce silenziose come il Vibrio vulnificus, un batterio potenzialmente letale, soprattutto per le persone più fragili.

Stiamo parlando del cosiddetto batterio mangiacarne che vive nelle acque calde e salmastre e può provocare infezioni gravissime, spesso letali. A lanciare l’allarme sono i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti, che stimano ogni anno tra le 150 e le 200 infezioni, con un tasso di mortalità altissimo: 1 caso su 5 finisce in tragedia, spesso entro 48 ore dal contagio.

Il dato più allarmante arriva dalla Florida, dove solo nel 2024 sono stati registrati 82 casi e 19 decessi, superando addirittura i numeri del 2022, anno dell’uragano Ian.

Dove si trova e come si trasmette

Il Vibrio vulnificus prolifera tra maggio e ottobre, quando le acque marine si riscaldano e la salinità si abbassa. Le zone più a rischio sono le aree costiere, gli estuari e le spiagge interessate da inondazioni o mareggiate, che favoriscono la risalita del batterio verso l’entroterra.

Il contagio può avvenire in due modi:

  • Attraverso ferite aperte, tagli o abrasioni a contatto con acqua infetta;
  • Ingestione di molluschi crudi o poco cotti, in particolare ostriche e vongole.

Le persone più esposte sono quelle con sistema immunitario compromesso, malattie croniche al fegato o ai reni, anziani, diabetici o chi presenta anche solo piccoli tagli sulla pelle.

I sintomi: come riconoscere un’infezione da Vibrio vulnificus

L’infezione si manifesta in modo rapido e violento. Tra i sintomi più comuni, sono stati segnalati arrossamento e gonfiore della zona colpita, comparsa di bolle emorragiche, febbre alta e brividi, dolore intenso e peggioramento in poche ore. Nei casi più gravi, il batterio può entrare nel flusso sanguigno, causando una setticemia fulminante che porta alla morte entro 48 ore.

Come proteggersi: le raccomandazioni

Per prevenire il contagio, ecco alcuni consigli essenziali da seguire:

Evita di entrare in mare o acqua salmastra se hai tagli, escoriazioni o ferite aperte;
Copri le ferite con cerotti o bende impermeabili se sei costretto a entrare in acqua;
Esci subito dall’acqua in caso di lesioni accidentali e lava bene la zona con acqua pulita e sapone;
Cuoci sempre molluschi e crostacei, mai consumarli crudi o poco cotti;
Lavati le mani dopo aver toccato pesce o frutti di mare crudi;
Consulta un medico immediatamente se una ferita si infetta dopo un bagno in mare.

Pericolo reale anche nei mari italiani?

Con il riscaldamento globale e le acque del Mediterraneo sempre più calde, gli esperti non escludono che il rischio possa estendersi anche alle coste italiane, soprattutto in estate e in zone di bassa salinità. Alcuni casi sospetti sono già stati segnalati, anche se in misura molto più contenuta rispetto agli Stati Uniti.

Il messaggio è chiaro: godersi il mare sì, ma con la massima attenzione. Il Vibrio vulnificus non è una leggenda metropolitana, è un rischio concreto. Con poche precauzioni e maggiore consapevolezza, si può evitare che una giornata in spiaggia si trasformi in un incubo.

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