Accade alla nostra anima poco dopo la morte: lo svela una ricerca

A svelarlo è una teoria quantistica del 1996. Ecco che cosa sostengono gli studiosi

9 Febbraio 2023

Che cosa succede dopo la morte alla nostra anima? Difficile, difficilissimo dirlo. Forse impossibile. Quel che è certo è che gli scienziati non si tirano indietro nemmeno quando c’è da indagare questo ambito così misterioso e al tempo stesso affascinante. Ebbene, oggi vi parliamo della teoria di due studiosi, il professor Stuart Hameroff, medico anestesista e docente presso l’Università dell’Arizona, e Sir Roger Penrose, un matematico, fisico e cosmologo inglese, professore emerito all’Istituto di matematica dell’Università di Oxford. Essi hanno sviluppato nel 1996 una teoria quantistica, sostenendo che l’anima risiede dentro i microtuboli, che altro non sono che cellule cerebrali interconnesse elettricamente.

Questi due scienziati sostengono che il cervello umano non sia nient’altro che un computer biologico, mentre la coscienza rappresenta il programma, gestito dal computer quantistico che alimenta il nostro cervello. Quel che ci interessa in questa sede è osservare che il programma, quindi la coscienza, continuerebbe ad esistere anche dopo la morte del corpo. Ma come, vi starete giustamente chiedendo? Secondo gli studi fatti, quando gli esseri umani arrivano alla morte clinica, i microtubuli del cervello perdono il loro stato quantico, ma conservano le informazioni trascendentali che vi sono contenute, come riporta Tiscali.it. Non solo, dopo la morte biologica l’anima, nella forma di coscienza energetica, torna in una dimensione universale dove il tutto ha avuto inizio come energia pura.

Che dire? Quando arriverà la nostra ora troveremo il modo di provare a comunicare con chi sarà ancora sulla Terra per fargli sapere se in effetti è così. Sicuramente, però, cercare di afferrare con la mente e il pensiero qualcosa che, per sua stessa natura, ci sfugge, da sempre interessa l’uomo e sicuramente continuerà a farlo a lungo. In un certo senso è anche consolante pensare che, se per il corpo non c’è via di scampo, la nostra anima trova il modo di continuare a esistere in altre forme e in altri spazi.

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