Che dentifricio utilizzi per lavarti i denti? Quello al fluoro per garantire funzione antibatterica e remineralizzazione? Oppure quelli al carbone attivo, solido e sbiancante? O, meglio ancora, un dentifricio protettivo per denti e gengive? La verità è che la scienza fa passi da gigante e c’è un nuovo ingrediente sorprendente che potrebbe rivoluzionare l’intero mercato dei dentifrici. Un’idea innovativa, venuta letteralmente in testa a qualcuno, infatti, sembra aver scoperto l’effetto anticarie dei capelli umani!
- Dalla poltrona del parrucchiere al tubetto: l’effetto anticarie dei capelli umani
- Perché i capelli sono meglio del fluoro come ingredienti del dentifricio
Dalla poltrona del parrucchiere al tubetto: l’effetto anticarie dei capelli umani
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. In giro per il web circolano sempre strane teorie e leggende, ma stavolta a parlare è direttamente la scienza: i capelli umani potrebbero funzionare benissimo come ingredienti dei dentifrici!
Proprio così: essendo ricchi di cheratina, infatti, potrebbero proteggere e riparare i denti molto meglio del sempreverde fluoro. Almeno secondo un gruppo di ricercatori del King’s College di Londra, guidati dal dottor Sherif Elsharkawy.
Ovviamente, la questione è più complicata. Per ottenere un dentifricio “ai capelli umani” bisognerebbe prelevare la cheratina dai capelli, quindi lavorarla e trasformarla fino ad inserirla come ingrediente di un dentifricio in pasta o in gel. Di sicuro, se il prodotto dovesse mai arrivare sugli scaffali, non è che ci ritroveremmo la bocca piena di peli, dato che l’effetto finale non sarebbe affatto diverso da quello dei dentifrici oggi in commercio, sebbene la ricerca ipotizza anche la produzione di una sorta di “smalto per denti” da applicare in maniera mirata.
Vi sembra folle? Pare essere solo una questione di tempo, dato che secondo gli studiosi il prodotto potrebbe arrivare sugli scaffali in soli due o tre anni.
Perché i capelli sono meglio del fluoro come ingredienti del dentifricio
Una cosa deve essere chiara: non sono i capelli umani in sé ad essere degli ottimi ingredienti per un dentifricio, ma la cheratina che li compone. Questa proteina fibrosa – presente anche nelle nostre unghie o nello strato più esterno della pelle – ha la proprietà di poter formare (se applicata sui denti) uno strato minerale denso che riesce ad imitare perfettamente lo smalto naturale, aiutandolo a ritornare ad essere una corazza dura più resistente delle ossa.
Il problema dello smalto, infatti, lo conosciamo bene non si rigenera: una volta perso, è un addio per sempre. E qui intervengono le straordinarie proprietà della cheratina. Perché il fluoro dei dentifrici rallenta il processo di erosione, ma non lo ferma. La cheratina, invece, sembra essere in grado di ripristinare la resistenza originale del dente.
C’è infine un ulteriore aspetto che farà probabilmente sì che l’utilizzo di cheratina nei dentifrici possa diventare comune e subire un’accelerata nei prossimi anni: rispetto al fluoro, la cheratina è una materia prima comune, abbondante, rinnovabile e spesso eliminata come rifiuto. Pensiamo ad esempio a tutti i capelli che buttano via quotidianamente i nostri parrucchieri.
Ma i capelli, le unghie e la pelle umana non sono gli unici elementi a contenerla. La cheratina si trova naturalmente nella lana (e quella proveniente da questa fonte è già fortemente utilizzata dall’industria cosmetica), negli artigli, zoccoli e becchi di numerosi animali, nelle piume e penne degli uccelli e addirittura nelle squame di rettili e pesci.
Praticamente, un suo utilizzo mirato al riciclo di questi elementi di scarto potrebbe portare presto a una nuova era nella produzione dei dentifrici!