Alessio Sakara: "La vita di tutti noi ha bisogno di obiettivi"

‘Ogni giorno in battaglia’ è il nuovo libro del campione di arti marziali miste Alessio Sakara. La nostra intervista.

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Il pubblico televisivo lo ha conosciuto grazie alla co-conduzione di Tù Sì Que Vales ma la carriera di Alessio Sakara, campione delle arti marziali miste, è tutta fuori dallo schermo. Vissuta, sudata e conquistata sul ring, la vita del “Legionario” – come è stato soprannominato – con i suoi valori è al centro del libro autobiografico Ogni giorno in battaglia (Roi Edizioni), disponibile nelle librerie.

Ogni capitolo si ispira a uno dei capisaldi su cui Sakara ha fondato, prima ancora che la propria esperienza di atleta, la propria esistenza umana. Onore, rispetto, virtù, umiltà e disciplina sono alcuni dei principi che ogni “guerriero” è chiamato a onorare, non solo nello sport. Come siano maturati ce lo ha raccontato lo stesso campione.

Partiamo dal titolo, o meglio dal sottotitolo, del tuo libro: La mentalità del legionario. In che cosa consiste?
Questo libro racconta, ma sopratutto ricorda, che ogni giorno ci troviamo in battaglia. Non si sa mai cosa possa accadere. Le battaglie sono quelle che bisogna affrontare per raggiungere gli obiettivi, qualsiasi essi siano.

Da dove è nata l’esigenza di scrivere questo libro?

In molti mi chiedevano la mia biografia ma ho visto che potevo fare una cosa molto simile, usare la mia storia per motivare le persone, sopratutto quelle più giovani visto che dal 2012 giro tutta l’Italia con il progetto Legio’s scuole contro il bullismo. E questo può essere un mezzo per aiutare e far capire che la vita di ognuno di noi ha bisogno di avere obiettivi per vivere davvero. Essere concentrati su noi stessi invece di importunare la vita degli altri perché non si sa cosa fare della propria.

“A tutti i guerrieri”: così scrivi in apertura. Chi sono, oggi, i guerrieri?
I guerrieri sono quelli che non si lamentano e vanno avanti nel raggiungere il proprio obiettivo, che può essere lavorativo ma anche sentimentale, a 360 gradi. Questo libro fa capire che il guerriero è quello che “combatte” per una causa, e non deve esser solo quella di entrare nella gabbia. Quindi vale per tutti, dal giovane sognatore, al manager, all’uomo di famiglia.

Nel codice di un legionario, che spazio ha la paura?
Poco, ma serve perché senza paura non si può capire quanto è importante il coraggio. La paura, quando la sai dominare, serve ad aumentare la propria forza.

Iniziando a sfogliare Ogni giorno in battaglia, ci si imbatte in un sommario in cui i capitoli sono il racconto di conquiste raggiunte, dall’onore alla virtù. Nel mezzo una vita intera: quanto è stato importante per te mettere nero su bianco ciascuno di questi tasselli?
È stato molto importante perché è un puzzle completo, ogni tassello è la forza dell’altro. Da soli non ti porterebbero molto lontano mentre tutti insieme aiutano a raggiungere qualsiasi cosa, soprattutto la felicità.

In questo tuo percorso, che ruolo ha avuto e ha tuttora la famiglia?
La mia famiglia di origine, pensandoci oggi, capisco che mi ha dato la forza, perché quello che non ho avuto mai è stata proprio la famiglia. Quando ero giovane pativo questa mancanza ma poi ho capito che non avere avuto un’adolescenza ma essere passato velocemente dall’essere un bambino all’essere un adulto, ha contribuito a formare quello che sono oggi. E ne sono felicissimo.

“Non si perde mai: o si vince o si impara”, scrivi. Ma nel percorso di uno sportivo che peso ha la sconfitta? Con l’esperienza e con il tempo cambia il rapporto con essa?
Le sconfitte mi ha fatto crescere e migliorare ancora di più, sia come atleta che come uomo.

Lo sport ti ha portato a viaggiare in tutto il mondo: che cosa ti ha insegnato il confronto con culture e approcci diversi anche alla disciplina?
Il mio viaggiare mi ha portato a dire che sono figlio di Roma in giro per il mondo. Viaggiare mi piace moltissimo perché impari tantissime cose. Mentre per la disciplina posso dire una cosa: la disciplina è il collante tra il tuo sogno e la vita reale.

Oggi, quello stesso mondo che ci sembrava raggiungibile, è paralizzato dalla pandemia. Come hai vissuto questo isolamento? C’è qualcosa che questa situazione ci può comunque insegnare?
Mi sono sempre allenato, e come dicevo prima anche nelle cose negative si impara qualcosa. Ho capito moltissimo sia a livello affettivo, spirituale che lavorativo. In primis non si dà per scontato il tempo che ora passerò di nuovo con amici, studenti e parenti. Al di fuori dei combattimenti mi sono dato da fare: ho aperto un’Accademia online dove già ci sono moltissimi studenti da tutto il mondo (www.legiostyle.com)

E la televisione, invece, come è entrata nella tua vita e che cosa ti ha lasciato finora?
Dal 2012, dopo il mio documentario su Dmax, non mi sono più fermato, anche se sono stato attento a non trascurare allenamenti e combattimenti. Grazie alla tv molte persone si sono avvicinate al mio sport sempre di più, ed è cresciuto molto il movimento delle MMA.

Qual è il messaggio principale che vorresti lasciare a chi legge il libro?
Spero che questo libro possa dare molti spunti per chi vuole arrivare a raggiungere un obiettivo ma sopratutto nel capire quale sia una mentalità da guerriero da mettere in atto in ogni ambito.

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