Chi non ha mai sentito dire “questo bambino è un piccolo genio”? Ma nel caso di Joseph Harris-Birtill, non è solo un modo di dire. Mentre la maggior parte dei bambini alla sua età si limita a imparare le prime paroline, lui legge libri, conta in cinque lingue e impara il codice Morse. E il riconoscimento ufficiale è arrivato con l’ingresso nel club più esclusivo del mondo dell’intelligenza: il Mensa.
- Il più giovane membro di Mensa della storia
- Le capacità fuori dal comune fin dai primi mesi
- I bisogni speciali dei bambini ad alto potenziale
Il più giovane membro di Mensa della storia
A soli due anni e mezzo, il piccolo Joseph è già stato accolto nel Mensa, la prestigiosa associazione internazionale riservata a chi possiede un quoziente intellettivo superiore alla media. Con un’età di appena 2 anni e 182 giorni, il piccolo – britannico – è entrato nella storia come il più giovane membro mai registrato nella società dei “cervelloni”, battendo anche la precedente detentrice del record, l’americana Isla McNabb.
Le capacità fuori dal comune fin dai primi mesi
Secondo i test effettuati, Joseph ha raggiunto un QI stimato superiore a 145, un valore che – secondo molte tabelle di confronto – supererebbe addirittura quello attribuito ad Albert Einstein, generalmente compreso tra 160 e 180, ma mai certificato ufficialmente. Un dato che, pur con le dovute cautele, alimenta l’idea che questo bambino possa essere tra le menti più brillanti mai osservate in età così precoce.
Per entrare nel Mensa, è richiesto un QI minimo di 132, che corrisponde al 2% più intelligente della popolazione mondiale. Joseph, però, ha superato di gran lunga questa soglia, impressionando esperti e genitori con capacità fuori dal comune, dimostrate già nei primissimi mesi di vita.
Secondo quanto raccontato dalla madre, la dottoressa Rose Harris-Birtill, Joseph ha iniziato a parlare a sette mesi e a leggere ad alta voce il suo primo libro prima dei due anni. Ma è solo l’inizio: oggi riesce a contare in cinque lingue, leggere fluentemente per lunghi periodi e affrontare concetti complessi come l’alfabeto greco, il codice Morse e persino la tavola periodica degli elementi.
I bisogni speciali dei bambini ad alto potenziale
Il piccolo genio sembra appassionato anche di scacchi, un gioco che richiede concentrazione, strategia e logica: tutte abilità che Joseph padroneggia con una naturalezza impressionante per la sua età. La sua famiglia, formata da due accademici (entrambi docenti universitari), ha notato molto presto la straordinaria predisposizione all’apprendimento e ha deciso di rivolgersi al Mensa per cercare supporto e risorse adeguate alla sua crescita.
La mamma ha sottolineato anche quanto sia importante non cadere nell’errore di pensare che tutto sia “facile” per i bambini dotati: anche loro hanno bisogno di ambienti stimolanti e di educatori in grado di riconoscere le loro esigenze particolari. Oggi Joseph frequenta un asilo attento al suo sviluppo e prende lezioni private di musica. Ma con l’ingresso nel Mensa, i suoi genitori sperano che possa anche incontrare altri bambini con le sue stesse doti, creando una rete sociale in grado di accompagnarlo durante la crescita.
Il suo straordinario percorso è solo all’inizio, ma Joseph Harris-Birtill promette già di essere una delle menti più brillanti della sua generazione. E se oggi il paragone con Einstein può sembrare azzardato, chissà cosa ci riserverà nel futuro.