Wagyu: la carne giapponese che costa 150 euro al chilo

Arriva dal Giappone la carne di lusso che costa 150 euro al chilo e si scioglie in bocca

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Arriva dal Giappone la carne che si scioglie in bocca e che viene venduta a 150 euro al kg. Secondo gli intenditori sarebbe la più buona del mondo, così tenera che per mangiarla non serve il coltello. La Wagyu proviene da manzi che vengono allevati fra le colline del Giappone, sottoposti a particolari cure e trattamenti che consentono di ottenere un prodotto unico.

Ogni capo possiede un pedigree, in cui è indicato il nome, le informazioni più importanti riguardo la sua vita, l’allevamento in cui è cresciuto e i suoi antenati. I manzi Wagyu, se possibile, conducono un’esistenza migliore dei loro simili. Sono allevati in libertà, bevono birra (per ingrassare più in fretta) e vengono sottoposti a lunghe sessioni di massaggi, per rendere la carne morbida e profumata. Non solo: spesso vengono vestiti con degli abiti particolari e il manto viene spazzolato con il vino di riso.

Oggi la carne Wagyu è senza dubbio la più pregiata sul mercato. Riconoscerla è semplice, grazie al colore rosso intenso e alle venature di grasso che creano la cosiddetta “marmorizzazione“. Si cuoce a 80 gradi, scottandola una volta su ogni lato per consentire alle fibre di sprigionare il profumo dolce e intenso. Nell’ultimo periodo questa specialità ha iniziato ad essere apprezzata anche da chi punta su alimenti salutistici e leggeri, per via della ricchezza di grassi acidi saturi, che rendono le sue proprietà simili a quelle dell’olio d’oliva.

Il prezzo, ovviamente, non è abbordabile, anche se secondo il Beef Japan, ossia il comitato di promozione dell’export giapponese, è giustificato dalla presenza di una filiera di altissima qualità. All’InterContinental Hotel Steak House di Hong Kong ad esempio il filetto di manzo Wagyu viene venduto a 38 dollari ad oncia (30 grammi), per un totale di 290 dollari (circa 270 euro). Un prezzo davvero esagerato, soprattutto se lo paragoniamo ad esempio all’argento, che in questo periodo vale la metà, ossia 19 dollari ad oncia.

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