È una domanda che da sempre accende discussioni nei pranzi di famiglia e scatena rivalità tra fratelli: chi è il più intelligente? Chi è cresciuto in una casa con più figli lo sa bene: l’argomento è spinoso e, spesso, carico di pregiudizi. C’è chi sostiene che i primogeniti siano più brillanti, chi invece giura che l’ultimo arrivato sia il più sveglio. Ma cosa dice davvero la scienza?
- Fratelli e intelligenza: le risposte arrivano dalla scienza
- I test effettuati: cosa è emerso
- Quindi, alla fine: chi è il più intelligente?
Fratelli e intelligenza: le risposte arrivano dalla scienza
Per anni psicologi e sociologi hanno cercato di capire se l’ordine di nascita influenzi davvero il carattere e l’intelligenza. Alcuni studi hanno provato a collegare il ruolo familiare – maggiore, medio o minore – a tratti come la responsabilità, l’empatia o la capacità di leadership. Ma la verità è più complessa di qualsiasi etichetta.
Secondo diverse ricerche, non esiste un’unica regola valida per tutte le famiglie. Fattori come il numero di figli, il contesto culturale e socioeconomico, l’età dei genitori e perfino il genere giocano un ruolo importante nella formazione della personalità. Tuttavia qualche tendenza comune è emersa.
I test effettuati: cosa è emerso
Una delle più discusse riguarda proprio l’intelligenza. Analizzando grandi set di dati raccolti in diversi paesi, alcuni studi hanno evidenziato che i primogeniti tendono a ottenere punteggi leggermente più alti nei test di intelligenza verbale rispetto ai fratelli più piccoli. Ma attenzione: non si parla di genialità, bensì di differenze minime, che potrebbero dipendere da fattori ambientali piuttosto che genetici.
Secondo alcuni esperti, come la psicologa Rodica Damian dell’Università di Houston, questo vantaggio potrebbe essere spiegato dal fatto che i primogeniti trascorrono i primi anni della loro vita a stretto contatto con gli adulti, ricevendo così stimoli linguistici più ricchi. Insomma, non sarebbero “più intelligenti per natura”, ma avrebbero avuto un contesto iniziale più favorevole allo sviluppo del linguaggio e del pensiero astratto.
Altri ricercatori, come Julia Rohrer dell’Università di Lipsia, sottolineano che la posizione in famiglia può influenzare i ruoli che assumiamo, più che la nostra essenza. Il fratello maggiore tende ad essere responsabilizzato, quello più piccolo più coccolato, ma queste dinamiche dipendono molto anche dalle aspettative culturali e dalle regole implicite del nucleo familiare.
Quindi, alla fine: chi è il più intelligente?
E allora, c’è davvero un vincitore? Forse no. Anche se qualche dato fa sorridere i fratelli maggiori, la verità è che l’intelligenza – come la personalità – è il frutto di una miriade di fattori, molti dei quali cambiano da famiglia a famiglia. E poi, diciamolo: essere i più simpatici, creativi o empatici vale tanto quanto un punto in più in un test.
In ogni caso, più che chiedersi chi sia “il più intelligente”, forse varrebbe la pena domandarsi come ogni figlio sviluppi talenti diversi proprio grazie al ruolo che ricopre nella famiglia. La varietà di stimoli, esperienze e relazioni contribuisce a formare individui unici, con punti di forza complementari. E forse è proprio questa la vera ricchezza.
Quindi, la prossima volta che qualcuno in casa si autoproclama il più intelligente, magari per un vecchio voto a scuola o per il numero di libri letti, saprete cosa rispondere: la scienza non dà certezze, ma sicuramente offre molti spunti per… continuare a litigare con stile.