Se hai uno di questi 10 'sintomi', considerati intelligente

L’intelligenza non è solo un fatto di Q.I., ma anche di fattori ambientali: ecco le 10 caratteristiche riscontrate nei cervelloni

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L’intelligenza si declina in numerose voci: c’è quella logico-matematica ma anche quella emotiva, quella musicale così come quella spaziale, linguistica o naturalistica. Non si tratta, quindi, soltanto di quoziente intellettivo (se intanto volete, potete mettervi alla prova con questo velocissimo test!) ma anche di stimoli ricevuti nel corso dell’infanzia o di fattori ambientali. Esistono però una serie di caratteristiche che accomunano le persone con una intelligenza superiore alla media.

Sono certamente avvantaggiati i primogeniti rispetto ai secondo o terzogeniti: il motivo, come si evince da un ampio studio norvegese, risiede nel fatto che i genitori investono più tempo e attenzioni nella loro educazione. Hanno comunque lo stesso vantaggio intellettivo i fratelli nati a molta distanza dai primi.

Le persone alte sono più intelligenti, secondo uno studio condotto a Princeton nel 2006: a 3 anni, prima che la scuola influisca sull’apprendimento, i bimbi più alti avevano performance cognitive migliori dei più piccolini. In età adulta le persone alte ottengono anche salari più importanti.

Chi ha un gatto è definito più intelligente – stando ad una ricerca di Denise Guastello, psicologa della Carroll University – perché per natura più introverso e sensibile e dunque incline a dedicarsi a hobby più intellettuali.

Anche le persone mancine spiccano per intelligenza: in particolare sono considerate più creative e più capaci di applicare il pensiero laterale godendo di una maggiore e più proficua interconnesione tra emisferi.

Sembrano essere più intelligenti e più bravi nell’arte oratoria le persone ansiose, che stanno sempre sul “chi va là” perché evitano le distrazioni esterne nel momento in cui gli viene assegnato un compito.

Anche chi è magro, con un indice di massa corporea pari o inferiore a 20, è considerato un cervellone. Secondo i risultati di uno studio francese di 15 anni fa, avere un girovita importante incide sulle nostre capacità cognitive.

Cervelloni sono anche i non fumatori, stando ad una ricerca israeliana condotta su 2mila reclute militari per cui chi era solito fumare un pacchetto di sigarette al giorno, aveva un QI inferiore di 7,5 punti rispetto a chi non fumava. Studiare musica sin da piccoli può inoltre incidere su una migliore capacità verbale soprattutto nella fascia d’età 4-6 anni anche se alcuni studi hanno dimostrato che il cosiddetto “effetto Mozart” non esiste.

L’allattamento al seno risulta tra i fattori ambientali che inciderebbero sull’intelligenza: il motivo potrebbe essere legato agli acidi grassi presenti nel latte o ai benefici sul sistema immunitario. Sembra infine che ci sia una correlazione tra intelligenza e uso di droghe ricreative in età giovanile.

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