Come partecipare alle Olimpiadi senza particolari meriti sportivi

Esiste un metodo per partecipare alle Olimpiadi anche senza avere dei particolari meriti sportivi. Non ci credi? Scopri con noi di quale si tratta.

3 Agosto 2023

Nel panorama sportivo internazionale, l’attesa è palpabile mentre ci avviciniamo al grande evento delle Olimpiadi 2024. Nel luglio dell’anno prossimo, il mondo si riunirà nuovamente per celebrare l’eccellenza atletica e la competizione senza pari nell’ambito dei giochi olimpici. Parigi, città dalla storia gloriosa e intrisa di tradizione sportiva e non, si appresta a ospitare i giochi, in un’occasione straordinaria che segnerà il ritorno di questo straordinario evento nella stessa città che lo ha accolto per l’ultima volta cento anni fa.

Con 329 eventi distribuiti in 762 sessioni, le Olimpiadi di Parigi si preannunciano come una celebrazione indimenticabile. Ma se il tuo sogno è quello di partecipare, sappi che esiste un modo per farlo anche senza particolari meriti sportivi. Curioso di scoprire qual è? Andiamo a vederlo inseme.

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È possibile partecipare alle Olimpiadi senza particolari meriti sportivi

Pensavate che per guadagnarsi un posto alle Olimpiadi si dovesse essere dei campioni? Immaginavate che solo i fuoriclasse in una disciplina avrebbero avuto l’onore di competere a questo livello? Beh, potrebbe sorprendervi scoprire che la strada verso le medaglie (o solitamente gli ultimi posti) non è sempre percorsa da atleti dalle abilità straordinarie. Infatti, alcuni tra coloro che hanno gareggiato nelle Olimpiadi hanno sollevato più di una domanda su cosa significhi davvero meritarsi una partecipazione. E non stiamo parlando di discipline olimpiche particolarmente assurde, ma di vere e proprie prestazioni al di sotto di ogni standard.

Un esempio memorabile si è verificato alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang nel 2018, quando l’atleta ungherese Elizabeth Swaney si è presentata nell’half-pipe senza eseguire alcuna acrobazia degna di nota. Nonostante la sua mancanza di abilità spettacolari, Elizabeth ha attraversato la pista senza cadere e, alla fine, ha festeggiato il suo momento con particolare gioia. Sebbene la sua performance potesse non essere all’altezza degli standard olimpici e sia stata giudicata come piuttosto mediocre, Swaney ha scelto di perseguire un sogno senza essere necessariamente dotata di un talento innato.

Un’altra storia avvincente proviene dalle Olimpiadi del 2000 a Sydney, quando Eric Moussambani, un pallavolista della Guinea Equatoriale, si è cimentato nel nuoto competitivo per la prima volta solo otto mesi prima dei Giochi. La sua partecipazione, sebbene accompagnata da una prestazione estremamente lenta e impacciata, è stata accolta con ammirazione e sostegno. Eric è diventato una sorta di eroe improbabile, dimostrando che l’entusiasmo e la perseveranza possono talvolta trascendere le abilità tecniche e guadagnarsi il rispetto dei fan di tutto il mondo.

Questa romantica idea di perseguire un sogno, nonostante le probabilità sfavorevoli, ha un fascino unico. Anche nelle Olimpiadi invernali del 1998 a Calgary, i giamaicani hanno fatto il loro ingresso nella storia olimpica partecipando alla competizione di bob, un evento alquanto inusuale per un paese tropicale. Mentre non hanno ottenuto risultati impressionanti, la loro presenza ha catturato l’immaginazione di tutti, tanto che la Disney ha persino realizzato un film sulla loro epica avventura.

Come si fa a partecipare alle Olimpiadi?

I Giochi Olimpici, il culmine della competizione sportiva a livello mondiale, sono orchestrati dal Comitato Olimpico Internazionale (IOC), la cui sede centrale è situata a Losanna, Svizzera, sotto la guida del Presidente Thomas Bach. La partecipazione a questo straordinario evento richiede un percorso di qualificazione che varia a seconda delle discipline e delle Federazioni Internazionali coinvolte.

In questo intricato sistema di selezione, sono diverse le vie che conducono all’ambita partecipazione ai giochi olimpici. Le modalità di qualificazione si differenziano in base alla natura dello sport e alle specifiche regole delle federazioni. Ad esempio, in discipline come il tiro e il taekwondo, i Comitati Olimpici Nazionali, come il CONI in Italia, dispongono di quote di partecipazione che vengono distribuite tra gli atleti in base alle loro performance e a valutazioni interne.

Nel contesto degli sport di squadra, le nazioni devono guadagnarsi il diritto di partecipare attraverso prestazioni e risultati ottenuti nei Campionati del Mondo, nelle competizioni continentali o nelle qualificazioni mondiali o regionali. Il numero di squadre che possono partecipare ai tornei a squadre durante i Giochi Olimpici varia da otto a dodici per disciplina, creando un palcoscenico unico per l’elaborazione delle sfide e delle trionfanti vittorie collettive.

La selezione degli atleti avviene sotto l’egida dei Comitati Olimpici Nazionali, che assumono la responsabilità di supportare e iscrivere i rappresentanti nelle rispettive discipline. Questi atleti devono rispettare i criteri stabiliti nella Carta Olimpica, un insieme di principi che definiscono gli standard di partecipazione. Tra questi, figurano norme riguardanti il Codice Mondiale Anti-Doping, un impegno cruciale per mantenere l’integrità dello sport, e il Codice del Movimento Olimpico sulla Prevenzione della Manipolazione delle Competizioni, per preservare l’equità e la lealtà nella competizione.

Perché gli atleti sono quasi tutti militari?

Spesso vi sarete chiesti, specialmente se vi siete trovati a guardare in tv degli sport diversi dal calcio e dal tennis, il motivo per cui un considerevole numero di atleti italiani provenga dalle fila delle forze armate. Questa peculiarità, che può destare curiosità, è radicata in una lunga e ricca tradizione, la cui storia si snoda sin dai tempi dell’Ottocento. Una tradizione che, nel corso degli anni, ha preso forme diverse all’interno dei vari corpi di polizia e forze armate, ognuno con un proprio percorso e un proprio obiettivo.

L’associazione degli atleti a questi corpi risale a un periodo molto antico, e da allora è stata sviluppata in reparti speciali concepiti per coltivare le loro capacità sportive e promuoverne l’eccellenza nelle competizioni internazionali. Nell’Italia contemporanea, gran parte di questi atleti è affiliata ai Carabinieri e alla Polizia di Stato, ma non sono da dimenticare le rappresentanze dell’Esercito, della Marina Militare e della Guardia di Finanza. In totale, si stima che vi siano circa 2500 atleti all’interno delle varie forze dell’ordine.

Numerose motivazioni sottendono a questa stretta connessione tra sport di alto livello e forze armate. Uno degli aspetti rilevanti è che gli atleti di spicco a livello nazionale vengono incoraggiati ad allenarsi presso strutture di proprietà dello Stato, in un approccio che mira a migliorare le loro prestazioni sportive e, al contempo, a diffondere e perpetuare i valori e le virtù inculcate dal mondo dello sport.

Un ulteriore motivo risiede nel fatto che lo Stato investe attivamente nella creazione e nell’ammodernamento delle strutture di addestramento destinate ai membri delle forze armate. Pertanto, la scelta di intraprendere la carriera nelle forze dell’ordine concede agli atleti l’accesso a circoli sportivi di alto livello, dotati delle migliori attrezzature e strutture per l’allenamento.

Una ultima chiave di lettura è che l’affiliazione alle forze armate offre una preziosa opportunità agli atleti impegnati in discipline meno conosciute e seguite di primeggiare nelle competizioni internazionali. La via al professionismo sportivo, non è uguale per tutti gli sport. Se un calciatore professionista guadagna cifre a sei zeri, per nuotatori e corridori si parla di cifre assai più basse. E l’unico modo per vivere della propria attività sportiva è quella di far parte delle forze dell’ordine.

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