La materia oscura potrebbe essere un universo ombra alternativo: scoperta shock

La materia oscura ha sempre lasciato gli scienziati perplessi, ma ora potrebbe finalmente rivelare il suo segreto più profondo.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

La materia oscura rappresenta un enigma che ha affascinato gli scienziati per decenni, potrebbe finalmente rivelare una delle sue tante facce misteriose grazie alla nuova supposizione di un gruppo di studiosi. Secondo uno studio potenzialmente rivoluzionario condotto da un team di ricercatori guidato dal dottor Arushi Bodas, borsista post-dottorato presso l’Istituto Enrico Fermi dell’Università di Chicago, la materia oscura potrebbe essere vista non solo come un ingrediente passivo del tessuto cosmico, ma come un universo alternativo a sé stante, con leggi fisiche e dinamiche proprie.

Cos’è la materia oscura?

Ma, prima di immergerci nei dettagli dello studio portato avanti da Bodas e colleghi, è cruciale comprendere l’elusività della materia oscura stessa. Nonostante rappresenti più dell’80% di tutta la materia presente nell’universo, la materia oscura è completamente impercettibile, dato che emette zero luce o energia. La sua presenza è dedotta solo dall’osservazione del comportamento gravitazionale della materia visibile, suggerendo un’entità misteriosa che agisce nell’ombra cosmica.

L’ipotesi avanzata dal dottor Bodas e dal suo team apre nuove porte verso la possibile comprensione di ciò che realmente la materia oscura è.

Materia oscura come “universo ombra” parallelo e distorto?

Essi suggeriscono che la materia oscura potrebbe esistere in un universo parallelo distorto, un universo ombra, in cui le leggi della fisica differiscono radicalmente da quelle del nostro . Qui, gli atomi non possono unirsi in modo convenzionale – o, almeno, secondo le leggi della fisica e delle chimica alle quali siamo abituati – e le particelle subatomiche interagiscono raramente, creando una miscela caotica e instabile.

Contrariamente alla materia ordinaria, in cui protoni e neutroni hanno masse quasi identiche, nel potenziale universo ombra proposto, queste particelle avrebbero masse asimmetriche. Questo disallineamento darebbe vita a un cosmo dove la formazione di atomi stabili è una rarità, e dove la materia stessa si comporta in modo completamente diverso rispetto a quanto osservato nel nostro universo.

Una delle conseguenze più intriganti di questa teoria è la spiegazione della mancanza di aggregazione della materia oscura. Poiché le particelle subatomiche in questo universo ombra interagiscono raramente, non si verrebbe a creare la struttura complessa tipica della materia visibile.

Se questa ipotesi fosse confermata, potrebbe portare a una rivoluzione nei nostri concetti fondamentali di cosmologia e fisica delle particelle. Aprirebbe nuove prospettive su come ci approcciamo alla comprensione dell’universo e del suo funzionamento, portando con sé implicazioni che vanno ben oltre il campo della ricerca astronomica.

Rilevata per la prima volta la ‘ragnatela cosmica’ della materia oscura

Il tessuto invisibile dell’universo, intrecciato dai filamenti sottili della materia oscura, potrebbe finalmente rivelare parte del suo mistero. Gli scienziati ritengono che la materia oscura, componendo la maggior parte della massa dell’universo, si disponga su vasta scala come una intricata rete di filamenti. Questa rete, chiamata ragnatela cosmica, gioca un ruolo cruciale nella formazione e nell’evoluzione delle strutture cosmiche, dall’agglomerarsi delle galassie alla formazione dei superammassi galattici. Tuttavia, fino ad ora, osservare direttamente questa struttura è stata una sfida monumentale a causa della natura non interagente della materia oscura con la luce.

Un team di ricerca dell’Università di Yonsei ha abbracciato questa sfida, utilizzando il potente telescopio giapponese Subaru per scrutare l’ammasso della Chioma di Berenice, situato a 321 milioni di anni luce di distanza. In un colpo di genio scientifico, hanno individuato le estremità dei filamenti che circondano l’ammasso, estendendosi per milioni di anni luce nello spazio cosmico. Questi filamenti intracluster, come vengono chiamati, rappresentano un’osservazione diretta dei filamenti della ragnatela cosmica che abbraccia l’intero universo. È la prima volta che gli scienziati sono riusciti a catturare visivamente questi sottili ponti di materia oscura che collegano le grandi strutture cosmiche.

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