È la pianta più pericolosa al mondo: provoca dolori lancinanti

Poco nota, questa ortica gigante australiana rilascia una neurotossina che provoca dolori insopportabili e conseguenze a lungo termine.

30 Marzo 2023

Le irritazioni cutanee possono essere molto fastidiose ma ci sono casi in cui le lesioni, provocate da un semplice sfregamento con animali o piante, arrivano a causare dolori acuti. Succede, per esempio, con l’albero pungente noto come Gympie Gympie o ortica gigante australiana, il cui nome scientifico è ‘Dendrocnide moroides’, poco noto ma assolutamente pericoloso. Non a caso la stessa specie è chiamata anche albero dei suicidi. A sottolinearne la pericolosità delle sue foglie è stata di recente l’Università del Queensland, in Australia, che ha rilanciato con un post Facebook un approfondimento da poco condotto.

Sulla pagina del Cairns and Hinterland Hospital and Health Service, solo qualche giorno fa, è stata pubblicata una foto che mostra chiaramente una persona ospedalizzata con ampie fasciature alle gambe. Dalla didascalia si apprende che si tratta di un’escursionista – il suo nome è Naomi – punta proprio dalla pianta che ha causato dolore da moderato a grave fino a rendere necessario l’intervento medico. “Sfortunatamente, un nuovo studio ha scoperto che non esiste un trattamento definitivo per le lesioni pungenti legate agli alberi”, si legge ancora sul social.

Proprio a tale proposito, un team di medici del Cairns Hospital “ha condotto una ricerca sull’esposizione agli alberi pungenti” che costituisce il più grande studio del genere nella storia della medicina. Particolarmente diffusa nelle regioni orientali dell’Australia (come l’area balneare d’acqua dolce delle Crystal Cascades nei pressi di Cairns), questa ortica gigante ha costretto moltissimi turisti a ricorrere alle cure mediche. Benché, spiegano gli esperti, non sussistano cure o trattamenti specifici, rivolgersi al medico è l’opzione migliore in caso di contatto.

Le spine velenose della Gympie Gympie provocano dolori lancinanti che possono durare anche mesi e sono talmente debilitanti da togliere lucidità ai pazienti. A tal punto che si sono registrati casi di suicidio, da cui il triste nome della pianta. Le testimonianze di chi, purtroppo, ha avuto a che fare con questa terribile esperienza sono, del resto, drammatiche. Oltre, infatti, ai bruciori cutanei, la neurotossina (moroidina) rilasciata dalle foglie pelose a forma di cuore arriva ad agire sul sistema nervoso.

Questo il racconto della sventurata Naomi riportato dal documento online del Cairns and Hinterland Hospital and Health Service. “Ero scesa dalla bici e finita fuori dal sentiero, in un terrapieno e, ovviamente, ho trovato un albero pungente. Mi ha preso su tutte le gambe, dalle cosce in giù, praticamente ovunque non indossassi pantaloncini. […] Il dolore era così forte che ho iniziato a vomitare […] Ho assunto farmaci per bloccare i nervi per mesi e mesi, ho vissuto con impacchi caldi sulle gambe per molto tempo […] Anche adesso, se entro nel reparto frutta e verdura del supermercato, mi sembra che qualcuno mi stia tirando degli elastici sulla pelle”.

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