Eredita un miliardo di lire, ma per la banca è carta straccia

Gabriele ha ereditato un miliardo di vecchie lire dalla zia, peccato che per la banca quei soldi siano solo carta straccia

30 Dicembre 2017

Ha ereditato un miliardo di lire, ma per la banca si tratta solamente di carta straccia. La storia di Gabriele Costa sembra incredibile, ma è tutto vero. Il 40enne ha ricevuto in eredità dalla zia un miliardo di vecchie lire, ma per Bankitalia il suo “tesoretto” non vale nulla.

L’uomo, che vive a Vicenza, si è rivolto all’istituto finanziario, non appena ha scoperto di aver ereditato la grossa cifra da una parente. Bankitalia però, tramite la sede di Roma, gli ha fatto sapere che i soldi non valgono più nulla, visto che il termine per il cambio è scaduto nel 2012. Come riporta Il Resto del Carlino però Gabriele non ha intenzione di arrendersi e ha deciso di rivolgersi alla Fondazione Italiana Risparmiatori e fare ricorso.

Tutto è iniziato dopo la morte della zia dell’uomo che a 78 anni ha lasciato a quell’unico parente la sua casa di Reggio e del denaro. Una volta arrivato in banca per sbrigare alcune pratiche Gabriele ha scoperto che la zia custodiva del denaro in una cassetta di sicurezza.

“Quando l’ho aperta, ad ottobre scorso, ho trovato una montagna di banconote in vecchie lire, in tagli da 100, 200 e 500mila – ha svelato l’uomo a Il Resto del Carlino -. Per una cifra totale di circa 985 milioni del vecchio conio. Come mi sono sentito? Stupito e immancabilmente contento. Ma subito dopo ho proprio pensato: adesso mi faranno storie”.

Arrivato a Roma, nella sede di Bankitalia, Gabriele ha scoperto che quel tesoro era “scaduto”.  “Se è vero che era stato stabilito un termine decennale – ha svelato Roberto Iannuzzi, membro dell’associazione – ovvero dall’entrata in vigore dell’euro, nel 2002, dunque fino al 2012 utile per il cambio lire-euro, è altrettanto vero, come sostiene ampiamente la giurisprudenza, che qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto. Quindi, in questo caso, i dieci anni devono decorrere dal giorno del ritrovamento dei soldi, ossia ottobre scorso”.

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