Fonte: Ansa

Giubileo dei giovani, che fine ha fatto il cibo lasciato dai pellegrini

Panini intatti e succhi non aperti lasciati a terra dai pellegrini: ma davvero è stato tutto buttato?

Pubblicato:

Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Nel weekend del 2 e 3 agosto 2025, Roma ha accolto un milione e mezzo di giovani da tutto il mondo per il Giubileo dei Giovani, un evento eccezionale culminato nella messa celebrata da Papa Leone XIV. Una folla festosa e composta, che però ha lasciato dietro di sé non poche polemiche, in particolare per l’enorme quantità di lunch box parzialmente consumate e abbandonate.

Le immagini dello spreco diventate virali

Dopo le immagini virali dei campi di Tor Vergata invasi da lunch box aperti e mezzi consumati, molti si sono chiesti che fine avrebbe fatto tutto quel cibo. Biscotti ancora sigillati, succhi mai aperti, panini confezionati lasciati sotto il sole romano: scene che hanno scatenato polemiche, critiche e un certo sdegno sui social. Ma la realtà – almeno in parte – è diversa da quella che si è voluta raccontare.

Le scatole, vendute a 35 euro l’una, contenevano un kit completo per affrontare cena, colazione e pranzo: panini, sandwich, succhi di frutta, cornetti, scatolette di tonno con legumi, biscotti, frutta confezionata. Insieme al pasto, i partecipanti ricevevano anche l’assicurazione e il kit giubilare. Sui social, decine di tiktoker hanno mostrato il contenuto in tempo reale, generando curiosità ma anche indignazione una volta che gli avanzi sono diventati rifiuti visibili.

Molti utenti, infatti, hanno criticato apertamente quello che hanno definito uno “spreco colossale“, accusando i giovani pellegrini di scarsa attenzione e rispetto verso il cibo e chi non può permetterselo. Ma ciò che pochi sapevano – e che oggi possiamo chiarire – è che una buona parte di quel cibo non è andato sprecato.

La mossa dei volontari per evitare gli sprechi

La macchina della solidarietà si è messa in moto subito. Decine di volontari di Caritas, Banco Alimentare e altre realtà del Terzo Settore hanno lavorato per raccogliere e smistare gli alimenti recuperabili. “Abbiamo preso immediatamente in carico i panini e i sandwich, perché erano gli unici deperibili e andavano distribuiti in fretta”, ha dichiarato un rappresentante della Caritas di Roma. Gli alimenti a lunga conservazione, come le scatolette e i biscotti, verranno invece distribuiti nelle prossime settimane attraverso i pacchi alimentari o inseriti negli empori solidali, come quello di Ponte Casilino.

In particolare, da settembre, le scatole contenenti cibo con scadenze lontane saranno messe a disposizione di famiglie vulnerabili, persone senza dimora e cittadini in difficoltà. Una risposta concreta, dunque, a un problema che rischiava di diventare solo l’ennesimo pretesto per attaccare una generazione.

È vero: le immagini degli avanzi hanno fatto impressione, soprattutto perché raccontano di un evento sacro conclusosi con rifiuti abbandonati sotto il sole. Ma è altrettanto vero che la risposta solidale è stata immediata, silenziosa e molto concreta. La Caritas e le altre organizzazioni non solo hanno recuperato ciò che poteva essere salvato, ma lo hanno trasformato in risorsa per chi ne ha davvero bisogno.

In fondo, proprio questo è lo spirito del Giubileo: non solo pellegrinaggi e messe, ma anche attenzione verso gli ultimi, condivisione, concretezza. Anche se non tutti i partecipanti lo hanno capito appieno, c’è chi ha saputo trasformare un potenziale spreco in un atto di cura e solidarietà. E in tempi in cui tutto finisce sotto i riflettori dei social, raccontare anche queste storie è più importante che mai.

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti