C’è un dato che fa sorridere e che racconta molto sul nostro Paese: secondo gli ultimi aggiornamenti di Eurostat, l’aspettativa di vita in Italia nel 2024 ha toccato gli 84,1 anni. Un numero che non solo supera la media dell’Unione europea, fissata a 81,7, ma che ci porta dritti sul podio insieme a Svezia e Spagna. Tre nazioni molto diverse per cultura e tradizioni, ma accomunate dalla stessa caratteristica: sono tra i Paesi in cui si vive più a lungo in tutta Europa.
Dietro questo risultato non c’è soltanto una questione genetica o una semplice casualità. A influire sono fattori come l’alimentazione, lo stile di vita e, in parte, l’efficienza dei sistemi sanitari. In Italia, per esempio, il cosiddetto “modello mediterraneo” – fatto di dieta equilibrata, convivialità e una certa attenzione alla qualità dei cibi – gioca ancora un ruolo fondamentale.
- La media europea cresce, ma non ovunque allo stesso ritmo
- Dove si vive più a lungo: la classifica
- L’Italia dopo la pandemia: un recupero graduale
- Chi resta indietro: le ultime posizioni
La media europea cresce, ma non ovunque allo stesso ritmo
Se allarghiamo lo sguardo all’intera Unione, i dati raccontano una storia di progressiva ripresa. Nel 2023, l’aspettativa di vita nell’Ue era di 81,4 anni; nel 2024 è salita a 81,7. Si tratta di un aumento apparentemente modesto, ma che assume un valore importante se pensiamo agli anni difficili della pandemia, quando molte curve demografiche avevano subito un improvviso arretramento.
Tuttavia, questa crescita non è uniforme. Ci sono Paesi che hanno accelerato molto di più rispetto ad altri, registrando miglioramenti netti, e altri che faticano a tenere il passo.
Dove si vive più a lungo: la classifica
In cima troviamo quindi Italia e Svezia a pari merito, con 84,1 anni, seguite dalla Spagna, ferma a 84. Non è un caso: parliamo di nazioni con una forte tradizione di cura della persona, con sistemi sanitari accessibili e con un tessuto sociale che, pur con le sue difficoltà, tende a garantire reti di supporto più solide rispetto ad altre realtà europee.
Ma non va dimenticato che dietro ogni numero ci sono storie, abitudini quotidiane, stili di vita. In Italia, per esempio, il rapporto con la famiglia resta centrale, e questo incide positivamente anche sulla salute degli anziani.
L’Italia dopo la pandemia: un recupero graduale
Guardando alla serie storica, si nota come l’aspettativa di vita in Italia abbia subito un calo nel 2020, scendendo a 82,3 anni contro gli 83,6 del 2019. Una flessione legata soprattutto agli effetti della pandemia. Da quel momento, però, la risalita è stata costante: 82,7 nel 2021, 82,8 nel 2022, 83,5 nel 2023, fino agli attuali 84,1 del 2024.
Un recupero più lento rispetto ad altri Paesi, ma comunque sufficiente per mantenere il primato europeo. Segno che, pur con difficoltà e differenze regionali, il sistema sanitario e il tessuto sociale italiani hanno retto l’urto.
Chi resta indietro: le ultime posizioni
La fotografia europea non è però tutta rose e fiori. In fondo alla classifica troviamo Bulgaria, con una media di 75,9 anni, e Romania e Lettonia, ferme a 76,7. Una distanza di quasi dieci anni rispetto ai Paesi più longevi. Significa che un cittadino nato a Roma o Madrid ha, in media, un decennio in più di vita rispetto a uno nato a Sofia o Bucarest.
Questi divari riflettono differenze profonde: accesso alle cure, qualità delle infrastrutture sanitarie, ma anche condizioni socioeconomiche che pesano sul benessere complessivo della popolazione.